Governo locale e legalità

LUOGHI CULTO. RESPINTE DUE RISOLUZIONI FI E LEGA NORD PER MORATORIA AUTORIZZAZIONI IN ASSENZA REQUISITI URBANISTICI: “PROPAGANDA IN CENTRI ISLAMICI”

LUOGHI CULTO. RESPINTE DUE RISOLUZIONI FI E LEGA NORD PER MORATORIA AUTORIZZAZIONI IN ASSENZA REQUISITI URBANISTICI: “PROPAGANDA IN CENTRI ISLAMICI”

L’Assemblea legislativa ha respinto due risoluzioni presentate rispettivamente da Galeazzo Bignami (Fi) e dai nove consiglieri della Lega nord (primo firmatario Alan Fabbri) dai contenuti affini, nelle quali, in sostanza, si chiedeva una moratoria delle autorizzazioni ai luoghi a destinazione religiosa in assenza dei via libera urbanistici necessari per tali finalità (in entrambi i casi, favorevoli Fi e Lega nord, contrari Pd, Sel, M5s).

Nel dettaglio, nella risoluzione firmata da Bignami si chiedeva alla Giunta regionale, mediante gli uffici competenti, “di precisare agli enti locali che, in assenza delle garanzie costituzionalmente affermate, tutti i progetti finalizzati alla realizzazione di luoghi di culto presentati da soggetti che non rientrano nelle previsioni di cui all’articolo 8 della Costituzione devono essere sospese”. Il riferimento è alle religioni diverse da quella cattolica, con la quale i rapporti con lo Stato devono essere organizzati nell’ambito di statuti. In particolare, il consigliere di Fi ha parlato di disparità di condizioni che le amministrazioni locali riservano ai luoghi di culto islamico, ai quali non sarebbe richiesto il rispetto degli stessi requisiti previsti per i luoghi di culto di religione cattolica. Per i luoghi di culto di altre religioni, Bignami chiede anche di intervenire presso gli enti locali affinché i medesimi “non procedano al rilascio di titoli abilitativi che non si pongano in piena armonia e in effettivo rispetto delle previsioni della normativa urbanistica ed edilizia regionale, nonché delle altre norme, non meno importanti, previste dal nostro ordinamento giuridico nazionale e regionale”. Infine, chiede che la Regione si attivi “per una moratoria finalizzata a bloccare tutti gli interventi edilizi finalizzati alla realizzazione di edifici con affermata destinazione religiosa che non si collochino su terreni all’uopo destinati”. La religione islamica ha nella sua cultura “Dna pericolosi- ha detto nel suo intervento in Aula- dobbiamo adottare cautele per sapere chi promuove questi luoghi, in quali forme e chi rappresenta”.

Sulla stessa linea l’atto d’indirizzo presentato dalla Lega nord, nel quale si chiedeva una moratoria della costruzione di nuove moschee in Emilia-Romagna e si impegnava la Giunta regionale ad introdurre strumenti per sottoporle “a controlli preliminari di carattere urbanistico utili ad assicurare un’adeguata qualità urbana, la sicurezza e l’ordine pubblico del territorio”. Uno dei firmatari, Stefano Bargi (Ln), ha evidenziato la necessità di “limitare l’incidenza di conflittualità e incompatibilità tra cultura islamica e quella occidentale, che ingenerano preoccupazioni e insicurezza tra i cittadini. Ci sono centri cultuali islamici che in realtà vengono utilizzati come luoghi di preghiera e propaganda. Le amministrazioni dovrebbero fare i controlli e i cittadini dovrebbero essere chiamati ad esprimersi sulla costruzione di un luogo di culto sul proprio comune”. La risoluzione avanzava quindi una richiesta in tal senso.

Raffaella Sensoli (M5s), citando due sentenze della Corte di Cassazione in materia di luoghi di culto, ha espresso contrarietà ad entrambi i documenti che a suo avviso (ma Bignami è intervenuto per dissentire) conterrebbero profili di incostituzionalità. Contrarietà ad entrambe le risoluzioni è stata espressa anche da Marcella Zappaterra (Pd) a parere della quale il tema merita attenzione ma l’approccio con il quale viene trattato nei documenti presentati da Fi e Ln “risulta ideologico”, mentre il problema “va affrontato in modo pragmatico con gli strumenti giusti”. Contrario si è detto anche Igor Taruffi (Sel).

 

Governo locale e legalità