Una nutrita serie di fatti e vicende che interessano la Biblioteca Malatestiana di Cesena (Fc), opera terminata nel 1452 su progetto dell’architetto Matteo Nuti, inserita dall’Unesco nel registro delle Memoires du Monde dal 2005, ufficializzata nel maggio 2006, è al centro di un’interrogazione del consigliere regionale Massimiliano Pompignoli (Lega nord).
Nel testo, si segnala che “la presenza di questa importantissima testimonianza di Biblioteca umanistica e pubblica, rappresenta un patrimonio dell’intera comunità regionale e non solo di Cesena, ma addirittura dell’intero paese, visto che è una delle biblioteche storiche più antiche d’Italia mantenutasi intatta nella dotazione libraria, delle strutture architettoniche e degli arredi originali”. Nel 1994 la Biblioteca Malatestiana, che ha avuto nel tempo “direttori di grande fama, tra cui Renato Serra, scrittore e critico letterario, e Augusto Campana docente universitario”, – scrive il consigliere – è “divenuta Istituzione bibliotecaria autonoma dalle amministrazioni politiche acquisendo una indipendenza gestionale e di organizzazione delle manifestazioni culturali”, ottenendo “proficui risultati in termini di divulgazione e valorizzazione del patrimonio librario”.
Nel 2002, inoltre, si legge nell’interrogazione, “ha preso avvio un ambizioso e costoso progetto di ampliamento, per altro non ancora portato a termine, che ha previsto l’inglobamento dell’edificio dell’ex Liceo classico ‘Vincenzo Monti’, facente parte del complesso dove è ubicata la Biblioteca storica”. “La realizzazione del progetto, che avrebbe ricevuto anche finanziamenti da parte della Regione, – sottolinea Pompignoli – avrebbe deluso, in parte, le legittime aspettative di molti, dando adito a critiche sullo spreco di spazi, sulla scarsa chiarezza nell’esposizione dei libri, sulla scelta infelice degli arredi, sulla diminuzione dei libri disponibili a scaffale aperto (con un sistemazione e catalogazione differente rispetto al passato), sulla programmazione di eventi e iniziative che non sono apparse e tuttora non sembrano confacenti al contenitore”.
Tra i “problemi rilevati da più parti” anche quello della “mancanza della figura di un direttore, con comprovate competenze”, e non sarebbero mancate “critiche” anche “nei confronti dell’attività di una consulente esterna incaricata dall’amministrazione comunale nel marzo 2013, per circa un anno, del progetto di riorganizzazione della Biblioteca”.
L’esponente della Lega segnala inoltre che “numerosi servizi sono stati appaltati a una cooperativa esterna, con personale che sarebbe scarsamente preparato alle esigenze specifiche di una biblioteca pubblica” e che “il personale comunale con preparazione specifica, un tempo impiegato alla catalogazione e studio dei fondi antichi, avrebbe subìto un evidente demansionamento venendo impiegato indistintamente con il personale della cooperativa esterna alle banali funzioni di front-office”.
Tra le valutazioni citate nel testo, “c’è quella per cui questa Biblioteca, con il suo grandioso progetto di recupero, non dovrebbe risultare un luogo di socialità di base, ma un luogo di raccoglimento, studio e silenzio”, mentre “sarebbe stata trasformata, secondo l’ideologia di chi ne ha curato l’aspetto organizzativo e logistico, in un centro sociale dove si fa di tutto e di più, un luogo senza una precisa connotazione culturale, non più configurabile come una biblioteca, ancorché intesa in senso più articolato del passato, ma come un centro di aggregazione sociale, ruolo che altre realtà potrebbero meglio svolgere”.
Avrebbe quindi destato “non poche perplessità” – rimarca il consigliere – “il rifiuto da parte dell’amministrazione comunale di dotare la Biblioteca Malatestiana di un direttore di prestigio” e “la decisione, ufficializzata nella seduta del Consiglio comunale dell’ 11 dicembre 2014, di “scioglimento dell’Istituzione Biblioteca Malatestiana”, con la conseguenza di riportare la Biblioteca “in seno alla gestione burocratica del Comune, anziché mantenerne un’autonomia gestionale e organizzativa rispetto all’amministrazione, con più libertà sul piano finanziario e politico”.
Pompignoli punta il dito anche sulla decisione del Comune di presentare, nel dicembre 2014, un avviso per la formazione di un elenco di candidati per il conferimento dell’incarico a tempo determinato a una persona di particolare e comprovata qualificazione professionale per la· posizione di Dirigente del Settore Biblioteca Malatestiana, Cultura e Turismo, ma senza richiedere requisiti “più specifici rispetto al ruolo” di direttore della Biblioteca.
“Il fatto che si proceda all’individuazione di un dirigente inserito a pieno titolo dell’organico comunale, e quindi non solo privo della necessaria autonomia e indipendenza dall’amministrazione, ma soprattutto con competenze non esclusive sulla Biblioteca – spiega – appare come sia una sorta di diminutio della valenza della Malatestiana”.
Il 20 gennaio 2015, inoltre, – si legge ancora nell’interrogazione – è stata pubblicata dalla stampa locale una lettera che il presidente della Commissione italiana Unesco, Pier Giovanni Puglisi, avrebbe inviato al sindaco di Cesena, dove sono enumerate segnalazioni riguardanti l’utilizzo della biblioteca Malatestiana e sollecitazioni “al fine di evitare spiacevoli conseguenze nel quadro dell’attenzione che da parte dell’Unesco si dedica agli elementi iscritti nel registro della memoria….”.
Il consigliere del Carroccio, oltre a ribadire che l’intervento di Puglisi avrebbe “sollevato preoccupazioni nel mondo della cultura cesenate”, cita un comunicato del successivo 11 febbraio 2015 in cui sarebbero state indirizzate “rassicurazioni a Puglisi” da parte dell’amministrazione comunale, “a cui tuttavia, anche se non ben chiarito dal comunicato, lo stesso esponente dell’Unesco non avrebbe ancora risposto”.
Perplessità di Pompignoli anche nei confronti dell’istituzione di un Comitato scientifico della Biblioteca Malatestiana, votato a maggioranza nella seduta del Consiglio comunale dell’11 dicembre, di cui non emergerebbe chiaramente “né il profilo né il ruolo”, anche a fronte del fatto che questo organo “non sembra poter assolutamente supplire alla cancellazione dell’Istituzione, in quanto ogni decisione sarà comunque assunta non in autonomia, ma all’interno delle linee politiche dettate dalI’amministrazione comunale”.
L’esponente della Lega chiede quindi alla Giunta regionale se sia a conoscenza delle “forti critiche rivolte da più parti” alla decisione dell’amministrazione cesenate di non dotare la Biblioteca di un direttore con particolari competenze specialistiche e scientifiche e di indire un bando per un dirigente nell’ambito dell’organico comunale con competenze amministrative su più settori.
Pompignoli vuole quindi sapere se la Giunta concordi con le critiche riguardanti la soppressione dell’Istituzione, se sia al corrente e quale parere esprima sull’inserimento nella programmazione della Biblioteca di iniziative, servizi e funzioni che, in vario modo, tradirebbero l’identità della Biblioteca Memoria del Mondo, se non ritenga che molte iniziative promosse e ospitate negli spazi della Grande Malatestiana identifichino la biblioteca più come un centro sociale che come un luogo deputato a un ruolo di alto respiro culturale e se consideri appropriato alle necessità di immagine e organizzative della Biblioteca Malatestiana l’affidamento di numerosi servizi a una cooperativa esterna con personale che non avrebbe titoli specifici e con un’aggiudicazioni che avrebbe destato qualche perplessità.
Il consigliere domanda poi alla Giunta quale giudizio esprima sulla lettera inviata dal rappresentante dell’Unesco e se non ravveda nelle preoccupazioni espresse validi motivi per rivedere la gestione della Biblioteca Malatestiana.
Altra richiesta quella di chiarire se gli obiettivi che sono a monte delle decisioni della Giunta cesenate nei confronti del futuro della Biblioteca Malatestiana siano quelli di ridimensionare e depauperare il patrimonio rappresentato dalla Memoire du Monde e di impedirne un’autonomia gestionale.
Di qui, l’invito all’esecutivo regionale a intervenire nei confronti dell’amministrazione comunale affinché riveda le proprie decisioni, ripristinando l’Istituzione Biblioteca Malatestiana, dotandola di “un proprio direttore di altissimo profilo”.
Da ultimo, le domande relative ai costi dei lotti del progetto della Grande Malatestiana finora portati a termine, all’ammontare delle risorse trasferite dalla Regione, alle funzioni e alla realizzazione dei lotti in attesa di essere portati a compimento, alle risorse e ai tempi che saranno necessari per realizzarli.