Stress e ritmi di lavoro provocano malattie al personale del Cau di Parma. La Regione dica se sono stati considerati anche i codici azzurri e arancioni e se esiste la possibilità, in caso di lunghe attese del cittadino, di rivolgersi a una struttura privata.
E’ la richiesta di Marco Mastacchi, capogruppo di Rete civica, in un’interrogazione alla giunta. Il consigliere vuole sapere se i “dati di affluenza ai Cau, nello specifico per la provincia di Parma, hanno tenuto conto anche dei codici azzurri e arancioni, forzatamente inseriti per le visite non urgenti, considerato che il Cau deve gestire codici a basso impatto organizzativo ed assistenziale”. Inoltre, la Regione dica se quando vengono superati i limiti di attesa “viene data al cittadino la possibilità di rivolgersi ad una struttura privata convenzionata pagando il ticket, e nel caso se sono disponibili i dati suddivisi per provincia”. Infine, Mastacchi vuole conoscere “se e come sono state rilevate le condizioni di stress correlate al lavoro per gli operatori sanitari, considerando i ritmi di lavoro a cui sono sottoposti e la richiesta continua di prestazioni aggiuntive, tali da determinare un aumento considerevole dei casi di malattia e di infortuni, e in che modo intende adoperarsi per ridurre e poi eliminare la richiesta di prestazioni aggiuntive al personale sanitario”.
Le Asl, afferma Mastacchi, chiedono sempre più spesso prestazioni aggiuntive “pur in carenza di personale” per raggiungere gli obiettivi prefissati. E nei Cau spesso, a Parma, si impiega personale dell’azienda ospedaliera “benché siano una struttura Ausl, sostanzialmente duplicando le mansioni del personale che opera così contemporaneamente per due aziende pubbliche”. Le liste di attesa sono lunghe, continua il consigliere, e ad esempio per oculistica le prime visite partono dal gennaio 2025. Infine, il codice azzurro indica un’urgenza differibile, “con 60 minuti come tempo di attesa per la presa in carico e che richiede approfondimento diagnostico e visite complesse, tutto quello che il Cau non può offrire visto che le visite sono in ordine di arrivo massimo”.
(Gianfranco Salvatori)