La commissione Bilancio, affari generali e istituzionali, presieduta da Massimiliano Pompignoli, ha concluso l’esame del progetto di legge sulla riduzione dei costi della politica in Assemblea legislativa, atteso ora in Aula per l’esame e l’eventuale via libera definitivo (data probabile della seduta il 10 marzo).
In base al provvedimento, che porta la firma di Pd e Sel – i capigruppo Paolo Calvano e Igor Taruffi sono i primi firmatari -, l’indennità di carica lorda dei consiglieri regionali viene portata a 5 mila euro, rispetto ai 6.104 attuali, grazie ad un emendamento, approvato, di Lega Nord e M5s (prima della modifica, il progetto di legge prevedeva una riduzione di 1.000 euro, da 6.104 a 5.104); il rimborso forfettario mensile per le spese di mandato fissato a 2. 258.65, in seguito a un emendamento, anch’esso approvato, proposto da Pd, Sel e Fi; c’è poi l’eliminazione totale del fondo ai Gruppi per le spese di funzionamento, l’eliminazione dell’indennità di fine mandato sempre per i consiglieri e la semplificazione delle norme per l’assegnazione del personale alle strutture speciali. Sono dunque questi i punti salienti del disegno di legge uscito dal confronto fra tutti i Gruppi assembleari al termine di una lunga seduta di commissione nel pomeriggio.
Per Giuseppe Boschini (Pd), relatore di maggioranza, si tratta di un disegno di legge “di assoluta avanguardia nel panorama nazionale, che risponde a una sensibilità diffusa circa il taglio dei costi della politica. L’aver semplificato drasticamente le norme e, soprattutto, l’aver evidenziato in modo trasparente le modalità di funzionamento e finanziamento dei Gruppi, risolve in via definitiva il problema della gestione delle risorse”.
Secondo Stefano Bargi (Ln), relatore di minoranza, il contributo delle forze di opposizione “è stato determinate sia nel far salire i risparmi previsti da 7,2 a 7,5 milioni di euro nell’intera legislatura sia nel calibrare le norme sul personale delle strutture speciali, in modo da garantire l’agibilità politica dei mono e micro gruppi (2 consiglieri)”.
Sull’inserimento di una norma per l’estensione retroattiva dell’abolizione del vitalizio, richiesta da Andrea Bertani (M5s), che ha fatta propria l’istanza del progetto di legge popolare abbinato al testo base Pd-Sel, articolata è stata la risposta di Calvano (Pd), che ha richiamato le “profonde divergenze giuridiche esistenti sulla materia” e il “rischio fondato di ricorsi e contenziosi”. Respinta, dunque, la proposta dei 5 stelle.
Riguardo alla destinazione finale dell’ammontare complessivo dei risparmi, i gruppi si sono riservati di approfondire il tema in vista dell’esame in Aula. (LG)