Manifestare solidarietà ai cittadini che, in questi giorni, stanno operando in difesa degli alberi e dell’area verde del parco “Don Bosco”. È quanto chiede la consigliera Giulia Gibertoni (Misto) in un’interrogazione.
La consigliera ricorda gli ultimi fatti di cronaca legati alle proteste dei cittadini bolognesi nei confronti dell’amministrazione comunale “intenzionata a tagliare 60 alberi del parco Don Bosco di Bologna demolendo poi la scuola esistente”. Il dissenso pacifico, a detta di Gibertoni, verrebbe “represso ogni giorno a colpi di manganello in una chiara logica di intimidazione” e anche la notte scorsa un ragazzo “sarebbe stato inseguito e su di lui sarebbe stato usato il taser due volte e lo spray al peperoncino, picchiato e poi ammanettato mentre era a terra”.
“L’amministrazione comunale di Bologna – afferma la consigliera – anziché fermare il cantiere, non è capace di rispondere a tutti i bisogni in gioco, incluso quello di preservare il parco”. “Il giardino che verrebbe cementificato – aggiunge Gibertoni – è molto amato da studenti e insegnanti della stessa scuola, rappresentando una sorta di giardino botanico, creato negli anni ‘90 dalla stessa comunità scolastica”, prosegue.
Ripercorrendo le tappe che hanno segnato il progetto, la consigliera rileva che la scelta più logica sarebbe stata quella di “ristrutturare l’edificio esistente che oggi ospita la scuola media Besta, risparmiando denaro utilizzabile per lavori in altre scuole del territorio”. Proprio come è avvenuto per la scuola media “Guercino” costruita nel 1980, “già adeguata dal punto di vista sismico, per la quale sono in corso lavori di efficientamento energetico con riqualificazione dell’involucro”. “Non si comprende la ragione per cui non si prevedano gli stessi interventi nelle scuole Besta e Dozza, un’altra scuola che si intende demolire e ricostruire: così in tutto si potrebbero risparmiare oltre 25milioni di euro” evidenzia la consigliera.
Altra criticità evidenziata nell’atto ispettivo riguarda i costi del progetto delle scuole Besta.
Inizialmente il costo era di nove milioni di euro, di cui due provenienti dal Pnrr e sette cofinanziati dall’amministrazione comunale di Bologna: “ma questi ultimi oggi sono pressoché raddoppiati arrivando a quasi 14 milioni di euro”, sottolinea Gibertoni.
“La città di Bologna sarebbe fra le candidate alla missione dell’Unione Europea denominata ‘Città a impatto climatico zero entro il 2030’, ma per raggiungere questo obiettivo non è pensabile continuare a tagliare alberi e cementificare le aree verdi della città”, conclude la consigliera, che chiede dunque, alla giunta regionale, di manifestare solidarietà ai cittadini in protesta e di non restare indifferente, avendo la Regione il dovere di perseguire la coesione sociale.
(Brigida Miranda)