Sanità e welfare

L’Emilia-Romagna è all’avanguardia nell’inclusione delle persone sorde

Le associazioni in commissione Salute e welfare: “Passi avanti in questi ultimi anni”

In Emilia-Romagna ogni anno nascono in media circa 130 bambini affetti da sordità (quasi 4 bambini ogni 1.000 nati). I dati ci dicono che dal 2011 al 2021 c’è stato un incremento considerevole degli utenti in carico ai servizi sociosanitari, circa il 50 per cento in più. E anche per i minori con ipoacusia si registra un trend di crescita, dato che sono passati da 797 utenti nel 2011 a 1.156 utenti nel 2021 (un incremento pari al 45 per cento).

In commissione Politiche per la salute e politiche sociali è stata presentata la clausola valutativa sulla legge regionale che si occupa dell’inclusione sociale delle persone sorde, sordocieche e con disabilità uditiva.

Diverse le azioni messe in campo dalla Regione Emilia-Romagna: progetti per ridurre le barriere della comunicazione (incentivando l’uso della sottotitolazione), attivazione del programma dello sportello di segretariato sociale per le persone sorde oltre ad altre iniziative rivolte all’inclusione sociale.

Emilia-Romagna Coraggiosa nel rilevare l’importanza delle azioni messe in campo dalla Regione Emilia-Romagna, sottolinea quanto sia centrale il ruolo dell’associazionismo. Si rimarca poi la necessità di collegare il più possibile l’attività in ambito sanitario con quella in ambito sociale.

Per Fratelli d’Italia, che riconosce comunque l’importanza delle azioni messe in campo da Regione, “serve una maggiore diffusione di tutti quei sistemi utili a una reale inclusione. C’è piena integrazione se c’è piena fruibilità di questi strumenti”.

Anche per il Partito democratico l’Emilia-Romagna sta facendo tanto, anche grazie all’impegno delle associazioni. Per i dem è poi centrale il tema della formazione per le persone a supporto dei sordi: “Servono risposte adeguate ai bisogni”. Importante anche il tema dell’utilizzo efficace utile delle nuove tecnologie.

Audizione poi in commissione di Giovanni Bianchin, coordinatore del tavolo regionale disabilità uditive, che, nel rilevare l’impegno in Emilia-Romagna, conferma l’importanza di proseguire con lo screening uditivo: “Strumento per modificare da subito la storia della malattia e limitare la disabilità di questi bambini”. “Particolare attenzione – spiega – viene poi riservata alle persone adulte con questo tipo di problema, circa 30mila in regione”. Per la presidente dell’Ente nazionale per la protezione e l’assistenza dei sordi (Ens), Veronica Varricchio, la legislazione regionale rappresenta un supporto fondamentale per le persone sorde: “Sono importanti i risultati ottenuti in questi anni. Per garantire la continuità di tutti i servizi è però necessario aumentare i fondi dedicati”. Per la presidente delle Famiglie italiane associate per la difesa dei diritti degli audiolesi (Fiadda), Luisa Mazzeo, restano barriere nella comunicazione, anche se non visibili: “Accedere a questi servizi è un diritto per tutti i cittadini”. “Serve, poi, particolare attenzione – aggiunge – in ambito scolastico”. Sulla stessa linea la vicepresidente di Fiadda, Alessandra Fantini, che ha elencato una serie di aspetti migliorabili.

(Cristian Casali)

La comunicazione istituzionale del Servizio informazione dell’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna dal 12 aprile 2024 è soggetta alle disposizioni in materia di “par condicio” (legge 28/2000)

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