Ambiente e territorio

Europa verde: rendere pubbliche le misure contro le sostenze perfluoro alchiliche (PFAS)

Nell’atto ispettivo si sottolinea la pericolosità per la salute umana dei cosiddetti PFAS

acqua a km 0

“Pubblicizzare le azioni per il contenimento della diffusione e monitoraggio di sostanze perfluoro alchiliche (PFAS) nelle acque”. A sollecitare la giunta a rendere pubblici i monitoraggi sui perfluoro e polifluoroalchilici (PFAS) è Europa verde in un’interrogazione discussa in commissione Territorio, ambiente, mobilità, che sollecita anche “campionamenti dell’acqua nelle reti che servono il maggior numero di abitanti”.

Nel ricordare come i PFAS siano in uso “a partire dagli anni ’40 del secolo scorso per la loro resistenza a calore, olio, acqua e agenti chimici”, Europa Verde sottolinea anche le preoccupazioni emerse negli ultimi anni su queste sostanze, “in particolare sulla capacità di accumulo nell’organismo (bioaccumulo) stante la loro non degradabilità”.

Problemi di sviluppo, disturbi del sistema immunitario, aumento del rischio di malattie croniche e tumori, con conseguente aumento dei costi sanitari, sono i principali rischi connessi all’esposizione ai PFAS sottolineati dal gruppo consiliare. In Italia sono 1.600 i siti italiani contaminati da queste sostanze e ammontano a 199 le aziende in Emilia-Romagna che producono perfluoro e polifluoroalchilici.

Riferendosi poi allo specifico monitoraggio annunciato dalla Regione nel secondo semestre del 2021 nelle reti idriche che servono il maggior numero di abitanti, Europa Verde sollecita la pubblicazione delle azioni intraprese in merito anche alla luce della proposta europea di restrizione della produzione per tali composti e propone un programma di sorveglianza sanitaria nelle zone più a rischio con “l’adozione di un Piano ad hoc per prevenzione, diagnosi precoce e presa in carico delle patologie cronico-degenerative potenzialmente associate ai PFAS”.

In fase di risposta, la giunta ha confermato la prosecuzione degli studi e dei monitoraggi messi in atto e ha rassicurato sul fatto che non è emersa alcuna criticità. “Lo studio e il monitoraggio -puntualizza la giunta- sono prosecuzione del lavoro dell’Agenzia regionale prevenzione e ambiente, che si focalizzerà anche sull’informatizzazione dell’elenco degli scarichi idrici e del loro costante monitoraggio. Dal 2018 a oggi, inoltre, sono aumentate di numero le stazioni di rilevazioe, che ad oggi ammontano a 60 unità disseminate su tutto il territorio regionale. Dal 2021, infine, i risultati sui corpi idrici sono trasmessi annualmente e il monitoraggio è effettuato dalle varie Ausl sulla base del lavoro compiuto da Arpae e per il momento non sono state evidenziate criticità di alcun tipo. Per quanto riguarda l’iniziativa europea, non è stato richiesto alcun coinvolgimento alla Regione, così come nessuna azienda produttrice di PFAS ha richiesto alcuna esenzione”.

Europa Verde si è quindi dichiarata soddisfatta dalle risposte ottenute ma ha sollecitato un attento monitoraggio insieme con le altre Regioni confinanti, in particolare il Veneto, che paiono essere pesantemente interessate da questa forma di inquinamento.

(Luca Boccaletti)

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