Meno tasse per cittadini e imprese in Appennino. Al via in Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna la discussione sulla proposta di legge alle Camere del Pd sottoscritta anche da Italia Viva, Lista Bonaccini e ER Coraggiosa, volta a promuovere una fiscalità di vantaggio per le aree montane.
Il testo parte dal presupposto che le competenze in capo alle Regioni siano limitate “trattandosi di tributi istituiti dalla legislazione nazionale e riservati alla competenza statale”. La proposta di legge alle Camere mira quindi a introdurre misure che non richiedano solo trasferimenti di fondi, ma l’acquisizione diretta degli aiuti da parte dei beneficiari tramite il meccanismo del credito d’imposta, delle deduzioni e delle agevolazioni IVA, riservando alle Regioni la competenza nell’individuare le singole aree destinatarie dei benefici. La proposta di legge contiene misure per attrarre nelle aree montane personale sanitario e docente, incentivi alla residenzialità, sostegno per spese di trasporto e scolastiche, supporto ai Comuni che devono avere le risorse per poter realizzare e gestire i servizi indispensabili per i propri cittadini. Viene prevista anche un’aliquota Iva agevolata al 5% per i Comuni e le Unioni di Comuni che effettuano interventi di ripristino o di prevenzione del rischio idrogeologico.
Per il relatore ed esponente del Partito democratico “l’iter è stato molto partecipato e ci ha permesso di interloquire fattivamente con territori e parti sociali. L’udienza conoscitiva ha ampliato la visuale su alcuni aspetti meritevoli di attenzione che si sono tradotti in emendamenti. Questa proposta di legge ha un approccio incentrato sulla fiscalità, quale leva principale per stimolare l’economia dell’Appennino, e propone strategie di alleggerimento tributario per rendere attrattivi questi territori per imprese e residenti, attribuendo alle realtà montane un ruolo strategico a livello nazionale. Abbiamo scelto, inoltre, di tenere conto, per l’individuazione dei territori beneficiari, non solo del criterio dell’altimetria, che potrebbe risultare parziale, ma anche del complesso di caratteristiche che ne determinano la fragilità, che sono morfologiche, sociali, economiche”.
Per Fratelli d’Italia si tratta del “solito giochino delle bandierine. Ci si limita a trasmettere un disegno di legge alle Camere nel tentativo di accreditarsi come primi attori di fronte agli elettori. Il provvedimento governativo per la tutela della montagna ha iniziato il suo iter già il 23 ottobre 2023. In questa Regione invece di avviare confronti in sede di Conferenza Stato-Regioni, si è messa a punto una proposta datata 16 febbraio 2024, a quattro mesi di distanza, che mira solo a mettere i bastoni tra le ruote, in una sorta di inquinamento normativo che non gioverà ad alcuno. Di fatto la Regione sta dicendo, non a se stessa, ma al governo, cosa dovrebbe fare per i comuni montani. Non stiamo contestando gli obiettivi, ma non accettiamo le modalità messe in atto da parte di chi poteva già occuparsi di montagna, di infrastrutture, di banda larga e non l’ha fatto nei due mandati regionali”. Fdi ha annunciato che, come le altre minoranze di centrodestra, non parteciperanno al voto sulla proposta di legge pur restando in Assemblea al momento del voto.
Per il Partito democratico “si è fatto un buon lavoro, questa è una buona legge e sarebbe bene che tutte le Assemblee regionali d’Italia discutessero testi come questo e li approvassero. A noi interessa che i cittadini abbiano i servizi sul territorio perché è fondamentale che le persone possano vivere in Appennino. La nostra proposta prevede interventi sul tema fiscale. Dobbiamo mettere al centro il sostegno all’agricoltura in Appennino”. Il Pd sottolinea gli interventi fatti in questi anni per l’Appennino, primi fra tutti quelli per i trasporti, le famiglie e le imprese e ricorda come in questi anni siano stati fatti passi in avanti soprattutto sul tema di accesso ai servizi, a partire dal tema telefonia e connessioni Internet nelle zone appenniniche. Il Pd critica la scelta annunciata dal centrodestra di non partecipare al voto: “Fanno così perché in cuore loro condividono questa proposta di legge”.
“La Regione si è scordata della montagna e se ne ricorda solo ora perché si vota. La giunta si vanta di aver azzerato le rette nido in Appennino, ma lo ha fatto con fondi europei e non certo con i soldi della Regione”, spiega la Lega che contesta la decisione del presidente della Regione di candidarsi alle elezioni europee del prossimo 8-9 giugno: “Per i mesi della campagna elettorale la vita amministrativa della Regione sarà ingessata e questo per la scelta del presidente di inseguire la sua carriera politica. Avevamo presentato un nostro progetto di legge regionale sul tema perché la Regione deve fare la propria parte e non solo trasmettere una proposta di legge alle Camere”.
Il Gruppo Indipendente sottolinea come “in questi anni la Regione ha fatto tante promesse per migliorare la vita di chi vive in Appennino, ma di fatti non se ne sono visti: dalla telefonia alla scuola alle strade la situazione è rimasta la stessa. Quando dalle parole si passa ai fatti tutta questa voglia della Regione di sostenere l’Appennino diventa solo un grande spot”.
“E’ giusto intervenire sui temi fiscali per affrontare i problemi di chi vive in Appennino perché così si aiutano i cittadini”, spiega Italia Viva che sottolinea soprattutto “l’importanza degli interventi proposti in materia di sanità per attrarre e invogliare a lavorare sul territorio montano medici e infermieri, dando così risposta ai bisogni dei cittadini su un tema fondamentale come quello della salute”.
Secondo Europa Verde la proposta “va nel senso di aprire una strada utile a tutte le aree di montagna. Non si tratta di un provvedimento regionalizzato, ma di un provvedimento di carattere innovativo che andrebbe apprezzato dalle minoranze. Il contrasto allo spopolamento passa dal rendere la montagna attrattiva per l’economia e in tale contesto è necessario fare riferimento al legislatore nazionale. Una proposta attenta anche a non andare in contrasto con le norme europee sugli aiuti di Stato e che voteremo convintamente”.
Per Rete civica “sarebbe stato meglio che la Regione avesse ragionato su cosa fare all’interno del proprio Bilancio per l’Appennino invece che pensare a una proposta di legge alle Camere”, mentre ER Coraggiosa sottolinea come “votare per questa proposta di legge significa assumersi delle responsabilità per i cittadini al fine di migliorare la vita di chi risiede in Appennino”.
A sostegno della proposta di legge alle Camera anche l’assessore alla Montagna che ha ricordato alcuni dei principali provvedimenti adotatti in questa legislatura da viale Aldo Moro per l’Appennino: 26 milioni di euro per l’acquisto e la ristrutturazione della prima casa (misura di cui hanno usufruito 1.200 persone), 25 milioni di euro per la riduzione delle tasse per le imprese, 12 milioni di euro per ridurre o azzerare le rette dei nidi, 2 milioni di euro per installare tralicci per garantire la telefonia mobile, 11 milioni di euro per il periodo Covid, 2,5 milioni di euro per le strutture ricettive nel post Covid, 250.000 euro per le cooperative di comunità e 750.000 euro per le attività commerciali.
Il voto finale è previsto domani.
(Brigida Miranda e Luca Molinari)
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