La commissione Bilancio, affari generali e istituzionali, presieduta da Massimiliano Pompignoli, ha licenziato la manovra di bilancio regionale 2015-2017 della Regione, attesa ora in Aula il prossimo 28 aprile, articolata in quattro progetti di legge collegati: Disposizioni collegate alla legge finanziaria per il 2015; Documento di economia e finanza regionale – Defr 2015; Disposizioni per la formazione del bilancio annuale di previsione 2015 e del bilancio pluriennale 2015-2017; Bilancio di previsione della Regione Emilia-Romagna per l’esercizio finanziario 2015 e bilancio pluriennale 2015-2017. Il Defr 2015, unico provvedimento sul quale la Commissione è titolata a esprimere un voto finale – sugli altri progetti di legge la competenza è dell’Assemblea – è stato approvato con il sì di Pd e Sel, il no di AltraER e Fdi e l’astensione di Lega nord e M5s.
Tutti approvati i 15 emendamenti presentati dalla Giunta nella precedente seduta della Commissione, i più rilevanti dei quali riguardano la ricostruzione post sisma e gli interventi contro il dissesto idrogeologico e per la difesa del territorio, per i quali è previsto un aumento dei fondi stanziati.
Approvato anche uno dei 4 emendamenti del Gruppo Sel, primo firmatario Igor Taruffi, che prevede, relativamente al rifinanziamento di leggi regionali, “un trasferimento di 3 milioni di euro dalla legge regionale n. 7/2002 (Promozione del sistema regionale delle attività di ricerca industriale, innovazione e trasferimento tecnologico) alla legge regionale n. 1/2005 (Norme in materia di protezione civile e volontariato. Istituzione dell’Agenzia regionale di protezione civile)”. La proposta, afferma Taruffi, “mira a sostenere fattivamente gli interventi di manutenzione straordinaria del territorio, che devono essere effettuati proprio in questa stagione, prendendo risorse da un capitolo di spesa comunque corposo e che, nel corso dell’anno, sarà adeguatamente rimpinguato”.
Per quanto riguarda gli emendamenti respinti, 33 in totale, 13 sono stati presentati dal M5s, i più significativi dei quali, illustrati dai consiglieri Andrea Bertani, Raffaella Sensoli e Silvia Piccinini, prevedevano ingenti tagli al finanziamento di grandi opere infrastrutturali regionali quali la Cispadana e il People mover di Bologna, “opere altamente impattanti e di assai dubbia utilità”, secondo gli esponenti 5 stelle.
Circa il finanziamento del People mover, la monorotaia di collegamento tra l’aeroporto Marconi e la stazione centrale di Bologna, bocciati anche due emendamenti Sel, primo firmatario Taruffi, finalizzati all’azzeramento del finanziamento regionale, il primo, e alla dismissione, da parte di Tper, della propria quota azionaria di Marconi Express, la società cui è demandato il compito di costruire e gestire l’opera, il secondo. No anche una proposta di modifica presentata dalla Lega nord, primo firmatario Daniele Marchetti, che puntava a trasferire il contributo destinato al People mover al rafforzamento del sistema ferroviario metropolitano (Sfm) già esistente.
I consiglieri Alessandro Cardinali e Gian Luigi Molinari (Pd) hanno ribadito “l’importanza strategica dell’opera per il sistema trasportistico di Bologna, inteso quale hub regionale, e la non alternatività tra la realizzazione del People mover e il potenziamento del Sfm”.
I restanti 5 emendamenti Ln, primo firmatario Alan Fabbri, prevedevano, secondo quanto spiegato da Stefano Bargi, che li ha illustrati, “trasferimenti di risorse da capitoli giudicati politicamente e finanziariamente da ridimensionare – creazione di aree sosta e transito per nomadi, realizzazione di centri di accoglienza e di alloggi per immigrati, servizio di noleggio, locazione e leasing del parco auto della Regione, contributo per Fondazione Arturo Toscanini e Fondazione nazionale della danza – a favore di capitoli che necessitano di risorse aggiuntive: ricostruzione post sisma, attività produttive, internazionalizzazione piccole e medie imprese e imprese artigiane”.
Infine, sono stati 11 gli emendamenti (tutti bocciati) proposti da Tommaso Foti (Fdi), il più significativo dei quali finalizzato “a limitare alla soglia massima del 20% la quota di alloggi di edilizia residenziale pubblica da assegnare ai cittadini stranieri, onde evitare il monopolio determinatosi nell’assegnazione di questa delicata tipologia di alloggi pubblici”. Inoltre, erano stati presentati con l’intento “di dare un preciso segnale politico”, emendamenti che prevedevano trasferimenti di finanziamenti dal capitolo di spesa “per la realizzazione di strutture di accoglienza a quello finalizzato al potenziamento delle strutture socio-assistenziali”.
(lg)