Parità, diritti e partecipazione

PARITÀ. APPELLO IN COMMISSIONE DELLA CONSIGLIERA AMOREVOLE: ‘MANCANO FONDI ANCHE SOLO PER DEPOSITARE RICORSI’. MORI: ‘PROTOCOLLO CON MINISTERO’

PARITÀ. APPELLO IN COMMISSIONE DELLA CONSIGLIERA AMOREVOLE: ‘MANCANO FONDI ANCHE SOLO PER DEPOSITARE RICORSI’. MORI: ‘PROTOCOLLO CON MINISTERO’

Le consigliere di parità dell’Emilia-Romagna hanno trattato solo nel 2014 più di 250 casi, per un totale di quasi 2000 contatti, eppure ad oggi “a causa del taglio forsennato dei finanziamenti siamo impossibilitate anche solo a depositare un ricorso, perché pur con il patrocinio legale volontario non possiamo sostenere i costi amministrativi della azione in giudizio, nonostante per noi si tratti di un obbligo di legge”.

A lanciare l’allarme è Rosa Amorevole, Consigliera regionale di Parità per l’Emilia-Romagna, che questa mattina è stata ascoltata in audizione dalla commissione Parità e diritti delle persone, presieduta da Roberta Mori, impegnata in un “focus sulla discriminazione femminile in vista del Primo maggio”, come spiega la presidente.

“Se la rilevazione di discriminazione rappresenta condizione invalidante per il licenziamento, il mancato finanziamento delle attività delle Consigliere di parità porta con sé gravi rischi, relativi alla mancata applicazione di quanto previsto dalla direttiva europea in materia, che prevede che gli Stati membri debbano stabilire i mezzi di tutela per i lavoratori che subiscono discriminazione- sostiene Amorevole-, senza contare la normativa nazionale, che definisce espressamente ruolo e funzioni delle consigliere, e addirittura la possibilità per noi consigliere, che svolgiamo questo ruolo in maniera totalmente volontaria, di rispondere di interruzione di pubblico servizio”.

Bisogna “valorizzare la collaborazione storica tra l’Ente e le consigliere di parità contro la discriminazione sul lavoro- interviene la presidente Mori-, per questo ritengo opportuno, in collaborazione con l’assessorato, lavorare su un protocollo di intesa con il ministero competente per coordinare gli interventi e dare più efficacia a ciò che conta davvero: il servizio a tutela dei cittadini”.

Nel 2014, Amorevole, in qualità di consigliera regionale di parità, si è occupata di 60 casi per 1.299 contatti complessivi; a livello provinciale si è rivelata la più attiva la consigliera di Modena, che ha preso in carico 40 casi in un totale di 60 contatti, mentre quella di Ferrara è la consigliera che ha registrato più contatti, ben 170, a fronte di 24 casi. A Reggio Emilia si contano 38 casi per 108 contatti complessivi, a Bologna 27 casi e 77 contatti, a Forlì-Cesena 37 e 107, a Ravenna 18 e 38, a Rimini 22 e 42. Non sono ancora disponibili i dati relativi a Parma, mentre non risultano casi presi in carico a Piacenza.

Lo scorso anno, riferisce Amorevole, complessivamente le Direzioni territoriali del lavoro hanno esaminato 3.052 richieste di convalida delle dimissioni di lavoratrici madri o lavoratori padri, di cui 6 non approvate. Sempre nel 2014, la Consigliera di parità regionale ha verificato 194 determine di nomina di commissioni di concorso, relativi a oltre 331 posizioni di bando, di cui 47 dirigenziali.

Ha aperto il dibattito Giulia Gibertoni (M5s), chiedendo “un parere sul Piano nazionale antiviolenza, a cui in Italia non si sta adempiendo nonostante lo richieda la convenzione di Istanbul, e per cui al momento il nostro Governo si è limitato a una consultazione pubblica”. La consigliera ha poi discusso del “rischio di sovrapposizione tra il Cug e le consigliere di parità” e dei “motivi per cui le consigliere non fanno parte del Cug regionale”. Gibertoni infine si è concentrata sui “dati allarmanti delle patologie da mobbing in Emilia-Romagna”.

Nadia Rossi (Pd) è intervenuta invece per chiedere conto delle “iniziative in atto per far conoscere la figura delle consigliere di parità”, in particolare per quanto riguarda le consigliere provinciali.

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