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Amico (ER Coraggiosa): tutelare i lavoratori reggiani di Werther e Sicam

Nell’interrogazione si ricorda la lunga fase di crisi aziendale esplosa nel 2022 che ha portato alla luce parecchie anomalie nei bilanci e la richiesta di concordato preventivo con un piano industriale molto severo per arrivare a coprire gli oltre 40 milioni di debito accumulati

“Quali azioni intende promuovere la Regione per tutelare l’occupazione e il salario del centinaio di addetti rimasti nelle due aziende reggiane?”.

A chiederlo è Federico Amico (ER Coraggiosa) con un question time che ripercorre la storia recente delle due aziende meccaniche reggiane Werther e Sicam, ora facenti parte del fondo tedesco Stargate Capital, alle prese con una profonda crisi aziendale culminata nel 2023 con la procedura di concordato preventivo “e la definizione di un piano di ristrutturazione molto severo, con la cessione dei pezzi forti sul mercato per arrivare a coprire gli oltre 40 milioni di euro di debito accumulati”.

A fronte della chiusura del sito produttivo di Colombaia di Secchia a Carpineti, nell’Appennino reggiano, le maestranze hanno dovuto scegliere tra il trasferimento a Correggio a circa 70 chilometri di distanza, o perdere il lavoro. Il consigliere di ER Coraggiosa informa poi come “grazie alla solidarietà fra dipendenti, attraverso la stipula di accordi sindacali collettivi e l’utilizzo alternato fra le aziende di strumenti come il Contratto di Solidarietà e la Cassa Integrazione Ordinaria, i lavoratori sono stati partecipi di un processo difficile e complicato con un unico obiettivo: tutelare i livelli occupazionali e salvaguardare il loro salario”.

Nonostante in questi ultimi anni il dato occupazionale delle due aziende sia diminuito sensibilmente, Amico informa come nello scorso maggio i commissari giudiziali hanno riscontrato “una palpabile fragilità delle funzioni di controllo interno” che si accompagna a una lunga serie di irregolarità compiute dagli amministratori aziendali tra cui la decisione dei vertici di Werther “di continuare a eseguire forniture a una società partecipata inglese, Tecalemit, senza riscuotere i pagamenti, facendo lievitare i crediti verso Tecalemit di 1,3 milioni di euro”.

Ricordando come il Tribunale di Bologna abbia rigettato nello scorso mese il piano industriale presentato per inadeguatezza e come questa decisione preluda alla revoca del concordato e all’apertura della procedura di liquidazione giudiziale “con l’esercizio provvisorio in continuità, per continuare a tutelare occupazione, salario e, non da ultimo, tutto l’indotto collegato alle due aziende”, Amico sollecita l’intervento dell’esecutivo regionale prima del prossimo 31 ottobre, data in cui avverrà l’esame dello stato passivo del gruppo, primo passaggio della procedura di liquidazione.

Oltre al dettaglio delle azioni da mettere in campo “per tutelare occupazione e salari del centinaio di addetti rimasti nelle due aziende reggiane” , Federico Amico sollecita anche la giunta ad “aprire un tavolo di crisi come richiesto da Fiom CGIL”.

In fase di risposta, l’Assessore allo sviluppo economico e green economy, lavoro, formazione e relazioni internazionali Vincenzo Colla ha confermato la ricostruzione fornita da Amico, ricordando “il costante contatto con organizzazioni sindacali e nuova dirigenza per l’individuazione degli ammortizzatori sociali più idonei a tutelare occupazione e continuità aziendale”. Nel momento in cui il Tribunale di Bologna ha rifiutato la proposta di concordato nominando i commissari liquidatori, Colla ha ricordato come “l’Assessorato allo sviluppo economico ha immediatamente convocato il tavolo di salvaguardia occupazionale che si volgerà lunedì 16 giugno per un confrontop approfondito su tempi e modi operativi per tutelare i livelli occupazionali.”

Federico Amico si è quindi dichiarato soddisfatto delle risposte ottenute e ha auspicato in particolare la tutela dell’occupazione “a cui un fondo potrebbe essere scarsamente interessato.” In via più generale l’auspicio “per il rilancio della continuità aziendale di una realtà produttiva molto apprezzata prima della crisi gestionale registrata.”

(Luca Boccaletti)

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