A decorrere dal 1^ gennaio 2013, le pubbliche amministrazioni dovrebbero comunicare con il cittadino esclusivamente tramite il domicilio digitale dallo stesso, e “ogni altra forma di comunicazione non può produrre effetti pregiudizievoli per il destinatario”; la norma dispone che in assenza del domicilio digitale, le Pa possano inviare ai cittadini “copia analogica dei documenti con firma autografa sostituita a mezzo stampa per posta ordinaria o raccomandata”.
Galeazzo Bignami (Fi) rivolge una interrogazione alla Giunta facendo riferimento alla Determinazione n. 7674/2013 del Direttore generale, intitolata “Approvazione delle linee guida per la gestione documentale e delle linee guida per l’integrazione dei sistemi verticali con il sistema documentale regionale”, nella quale, scrive il consigliere, “vengono pienamente recepite a livello regionale” le disposizioni del Codice dell’amministrazione digitale (CAD).
Tuttavia, afferma Bignami, “nella maggior parte dei casi, le concessioni di demanio idrico vengono trasmesse ai destinatari in formato cartaceo e con la richiesta di apporre un numero di marche da bollo da 16 euro calcolato sul numero di pagine che formano l’atto, con grande scontento e sconcerto da parte delle imprese e dei cittadini”. L’interrogazione punta perciò a sapere quali siano le motivazioni della mancata osservanza, da parte di alcuni uffici della Regione, delle norme del Cad, e come la Giunta intenda procedere, con urgenza, “alla revisione a all’aggiornamento dei procedimenti e della forma degli atti di concessione del demanio idrico”.
(rg)