La colonia ex Enel di Rimini verrà “declassata” da “Colonia marina di interesse storico-testimoniale di limitato pregio architettonico” a “Colonia priva di interesse storico-testimoniale”, un passo necessario per poter intervenire con un progetto di riqualificazione dell’area. Accogliendo la richiesta del Comune romagnolo, la commissione Territorio e ambiente presieduta da Stefano Caliandro ha approvato la proposta della giunta di variare la classificazione della struttura situata nella frazione di Marebello, a Rimini sud. Il via libera della commissione conferma l’impegno assunto il 31 maggio scorso quando la stessa si era riunita proprio a Rimini per affrontare il tema delle colonie marine presenti lungo la costa romagnola.
Il provvedimento è possibile applicando la legge regionale 24/2017, che consente la modifica della pianificazione sovraordinata da parte del Comune qualora riguardi una variante cartografica. In questo modo, senza modificare gli obiettivi della pianificazione regionale e provinciale, si amplia la gamma di azioni che l’amministrazione comunale potrà mettere in atto come il recupero di spazi verdi e di servizi oltre al miglioramento della viabilità. Sarà possibile anche la demolizione del fabbricato rendendo più fruibile l’area.
“Arriviamo al termine di un percorso significativo che riguarda il Piano dell’arenile del Comune di Rimini che va verso l’approvazione definitiva ed è legato alle gare della direttiva Bolkestein. Il Comune propone una variante che accogliamo e riguarda la classificazione della ex colonia Enel”, ha spiegato l’assessora alla Pianificazione e programmazione territoriale Barbara Lori.
Soddisfatta la consigliera Nadia Rossi (Pd): “Abbiamo mantenuto la promessa di portare la delibera in Assemblea la prossima settimana. Riguarda un tema molto delicato per la costa. È necessario ridisegnare la destinazione di queste strutture che non possono rappresentare un buco nero, alla luce degli investimenti fatti per riqualificare la costa e le strutture alberghiere”.
La colonia ex Enel, costruita nel 1950, presenta caratteristiche solo parzialmente simili a quelli anteguerra e le numerose trasformazioni subìte, consegnano oggi un fabbricato privo di interesse architettonico. Con ogni probabilità la classificazione originaria, attribuita dagli strumenti urbanistici, non è corretta: lo studio preso a riferimento ha infatti erroneamente datato la nascita della colonia al 1932, in piena epoca fascista, data che può aver indotto in errore l’attribuzione di un pregio architettonico e di una valenza storico-testimoniale che di fatto la colonia non ha mai posseduto. Ad oggi le colonie censite sulla costa romagnola sono circa 250, la maggior parte delle quali in stato di abbandono. La variante prevista per il sito riminese farà da apripista ad altri progetti di recupero.
(Lucia Paci)
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