Ambiente e territorio

L’Emilia-Romagna all’avanguardia nella tutela e promozione del tartufo

Confermata la bontà della legislazione vigente e ribadito il proficuo rapporto di collaborazione con le associazioni per la manutenzione e tutela dei boschi. L’attività rappresenta sempre di più una valida alternativa all’agricoltura in ambito collinare e montano

Esame in Commissione Territorio, Ambiente e Mobilità, presieduta da Stefano Caliandro, della relazione riguardante la clausola valutativa sulla Legge regionale del 1991 rigurdante Disciplina della raccolta, coltivazione e commercio dei tartufi nel territorio regionale e della valorizzazione del patrimonio tartufigeno regionale.

Il settore tartuficolo è caratterizzato da una normativa regionale e nazionale su ricerca, raccolta, coltivazione e commercio pressoché immutata dal 2016 al 2021, quando è stata approvata la legge regionale che ha aggiornato la precedente normativa del 1991, introducendo la possibilità di contributi a enti pubblici o privati per sostenere fiere, mostre, manifestazioni e convegni riguardanti il tartufo.

Diversi gli ambiti su cui la clausola valutativa insiste: tipologia e distribuzione del patrimonio tartufigeno, andamento di nuove abilitazioni e rinnovi, controllo e revoca delle tartufaie controllate, esiti dell’attività di vigilanza, attività di promozione del patrimonio tartufigeno regionale, distribuzione dei contributi.

In Emilia-Romagna sono presenti tutte le specie di tartufi nazionali ed è confermata la continuità dell’interesse verso la pratica della ricerca e raccolta dei tartufi, testimoniata dagli oltre 1.300 nuovi tartufai abilitati nel triennio 2021-2023, mentre il totale dei cercatori regionali si attesta su quota 10mila.

Sulle tartufaie controllate, notevole la diversità fra i vari territori anche se la provincia di Forlì-Cesena risulta regina per numero e superfice nel 2022. Efficaci i controlli effettuati da Carabinieri forestali, polizie provinciali e guardie ecologiche volontarie, che hanno portato a oltre un centinaio di verbali, ordinanze, confische. Per quanto riguarda la promozione, poi, nel 2022 si è assistito alla prima campagna promozionale del tartufo regionale, con dati complessivi ancora da valutare, ma dai riscontri più che lusinghieri sui social network.

In tema di contributi, nel 2023 si è svolto l’avviso per contributi nella conduzione di aree tartufigene disponibili per la libera raccolta con la tutela e valorizzazione del patrimonio tartuficolo affidata alle associazioni di tartufai senza fini di lucro che rappresentano un tassello fondamentale nella conservazione e tutela degli habitat naturali.

Emiliano Occhi (Lega) ha posto l’accento sui calendari regionali e sulla gestione delle aree boschive “spesso soggette a tagli indiscriminati da parte di personale senza alcuna competenza, auspicando un aumento nella capacità di elaborazione dei dati da parte della Regione che possa portare anche a una vera e propria mappatura delle aree tartuficole.

A queste osservazioni è stato replicato con la conferma di un calendario armonizzato su tutto il territorio regionale, a partire dal 2016, con due significativi periodi di fermo biologico per tutelare soprattutto l’equilibrio biologico del delicatissimo tartufo bianco che attualmente risulta ancora non coltivabile. Per quanto riguarda la gestione dei boschi, il tema è peculiare per carabinieri forestali e polizie municipali, ma è stata ribadita l’importanza della collaborazione cone le associazioni per la manutenzione e tutela dei boschi tartufigeni. A fronte di una mappatura delle zone tartufigene molto complicata, perchè spesso gli habitat produttivi si sovrappongono, sono stati sottolineati i sorprendenti risultati raggiunti con una sperimentazione attuata tra Piacenza e Parma sul controllo delle quantità raccolte attraverso la creazione di punti di raccolta e commercializzazione che hanno consentito di censire e controllare centinaia di chili di prodotto di alta qualità.

(Luca Boccaletti)

La comunicazione istituzionale del Servizio informazione dell’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna dal 12 aprile 2024 è soggetta alle disposizioni in materia di “par condicio” (legge 28/2000)

Ambiente e territorio