Governo locale e legalità

TERREMOTO. DOPO 3 ANNI BILANCIO RICOSTRUZIONE IN COMMISSIONE: “NO PATTO STABILITÀ”. MAGGIORANZA RIVENDICA LAVORO FATTO, DA OPPOSIZIONE DUBBI SU CIFRE

TERREMOTO. DOPO 3 ANNI BILANCIO RICOSTRUZIONE IN COMMISSIONE: “NO PATTO STABILITÀ”. MAGGIORANZA RIVENDICA LAVORO FATTO, DA OPPOSIZIONE DUBBI SU CIFRE

L’allentamento da parte del Governo del patto di stabilità per i Comuni colpiti dal terremoto del 2012 deve essere l’obiettivo primario del commissario per la ricostruzione: dopo la risoluzione trasversale approvata all’unanimità dall’Assemblea legislativa poco più di 30 giorni fa, il tema, registrando una posizione unanime, è stato al centro del dibattito seguito all’audizione dell’assessore alla Ricostruzione post-sisma, Palma Costi, oggiin commissione Territorio, ambiente, mobilità sulla situazione nella zona del cratere a tre anni dal sisma.

“I bandi commissariali assegnano anche i fondi comunali, per questo è necessario escludere le spese per la ricostruzione dal patto di stabilità, altrimenti diventa impossibile utilizzare queste cifre”, hanno affermato i consiglieri della Lega nord. “L’attenzione nazionale è calata molto- hanno proseguito-, è desolante vedere come il Governo non tenga assolutamente conto di un territorio che ha bisogno di una fiscalità di vantaggio per ripartire”. Insomma, hanno avvertito, “per terminare la ricostruzione serviranno tra gli 8 e i 10 anni, non certo i 24 mesi annunciati dal presidente della Giunta”.  Gli esponenti Ln sono stati critici anche su altre cifre diffuse: “O c’è confusione sul significato della parola ‘ricostruzione’ o i numeri sono sbagliati: gli edifici finiti sono 2.803 su 14.065, siamo molto lontani dal 60% di cui parla la Giunta. Si tratta quindi di dichiarazioni fuorvianti, non corrette e che non rendono giustizia a chi si confronta ogni giorno con le difficoltà anche burocratiche della ricostruzione”.

Anche per Igor Taruffi (Sel) “bisogna allentare il patto di stabilità, è un provvedimento iniquo per i cittadini”. Secondo il consigliere, “è giusto dare atto del lavoro svolto, ma bisogna anche mantenere alta l’attenzione, specialmente a livello nazionale: l’Emilia-Romagna sta facendo molto per la ricostruzione, non si può dire altrettanto del Governo”.

Sui vincoli per i Comuni, stessa linea dal Gruppo Pd: “Il patto di stabilità va modificato, è un capestro per i Comuni non terremotati, figuriamoci per quelli del cratere, e anche le zone franche urbane devono essere concretizzate”. Allo stesso tempo, però, “anche se resta molto da fare, è stato già fatto molto e bene, nessuno pensava avremmo raggiunto questi risultati in tre anni, è un lavoro straordinario e non scontato, stiamo rispettando gli impegni presi”.
Come spiega Massimo Iotti (Pd), “tre anni fa i numeri che leggiamo oggi non erano né prevedibili né scontati, basta pensare al lavoro e all’azzeramento della cassa integrazione che la mattina del 30 maggio riguardava 40.000 persone, la ricostruzione per molti è stata addirittura l’occasione per innovare e migliorare i propri stabilimenti”. Roberto Poli (Pd) ha invitato a “non cedere alla superficialità nei giudizi, noi siamo una diversità positiva, anche nel rapporto tra istituzioni, nessuno cerca di fare medaglie dai propri meriti”. Il consigliere ha citato a proposito “l’ordine di scelta delle priorità di intervento, un vero esempio di buona politica”.

Tommaso Foti (Fdi) infine ha rimarcato come “non c’è mai stata una gestione centralizzata, ad esempio è con la legge nazionale che le infiltrazioni mafiose sono state ridotte al minimo quasi assoluto grazie all’introduzione delle white list”. Bisogna invece stare attenti, ha concluso, “al mito della proroga dello stato di emergenza, è una logica da cui dovremmo uscire, sono molto perplesso sull’estensione al 2017, c’è il rischio che le conseguenze ricadano sui diretti interessati quando non saranno più possibili rinvii”.

L’assessore Costi ha spiegato come “noi abbiamo parlato di soddisfazione del 60% di richieste. Una volta concessi i finanziamenti, è solo una questione di tempo”. Ha poi aggiunto: “Abbiamo ancora due fronti su cui siamo impegnati: il primo è ottenere le risorse, stimate fra i 700-800 milioni, per la ricostruzione dei beni pubblici; l’altro è ottenere dal Governo quanto l’Assemblea ha già richiesto con la risoluzione approvata all’unanimità”, e cioè l’allentamento del Patto di stabilità, la proroga delle sospensioni fiscali e zone franche urbane. 

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