Ambiente e territorio

Gibertoni (Misto): stop alla caccia al capriolo

La consigliera del Misto evidenzia come il piano di prelievo del capriolo 2024-2025 sia “la sostanziale riproposizione dei piani degli anni precedenti, senza che venga nemmeno proposta alcuna attività di analisi a anche semplicemente di reale censimento”

Rivedere le politiche di contenimento della popolazione regionale del capriolo, mettendo fine alla sua caccia e utilizzando tecniche alternative di controllo. A chiederlo, in un’interrogazione alla Giunta, è Giulia Gibertoni del Gruppo Misto che, in più, intende anche conoscere i dati aggiornati complessivi sulle uccisioni del capriolo nelle ultime cinque stagioni venatorie.

“Il piano di prelievo del capriolo in caccia di selezione – precisa la consigliera – per la stagione venatoria 2024-2025, prevede un numero di esemplari di capriolo cacciabili, a livello regionale, di 16.180. In 15 anni, dalla stagione venatoria 2002-2003 alla stagione venatoria 2017-2019, gli esemplari di capriolo uccisi sono stati complessivamente 227.331”.

Gibertoni, inoltre, ricorda che, con una nota del maggio 2024, il Settore aree protette, foreste e sviluppo zone montane – area biodiversità della Regione “in considerazione della presenza del lupo, con tre nuclei riproduttivi insediati nel territorio del Parco regionale del Delta del Po e nei siti della Rete Natura 2000, ha prescritto di escludere dall’elenco delle specie faunistiche, secondo il carniere del calendario venatorio regionale, la specie capreolus capreolus, limitatamente ai territori ricadenti all’interno del Parco del Delta del Po dell’Emilia-Romagna, dimostrando come questa specie possa contribuire all’instaurazione di un equilibrio ecologico interno e autosufficiente in natura”.

“Il piano di prelievo del capriolo 2024-2025 è la sostanziale riproposizione dei piani degli anni precedenti, senza che venga nemmeno proposta alcuna attività di analisi o di studio dei dati o anche semplicemente di reale censimento. La riproposizione, anno per anno, di piani di caccia di selezione del capriolo, spesso con numeri sempre maggiori, che potrebbero arrivare ad un quinto dell’intera popolazione regionale della specie, evita di concentrare il dibattito sulle reali soluzioni”, afferma la consigliera del Misto che chiede dunque alla Regione di individuare tecniche alternative, che tengano anche conto della presenza, in natura, di predatori naturali come il lupo.

(Brigida Miranda)

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