Un rapporto più diretto con l’Assemblea legislativa, la pubblicizzazione di tutta la documentazione disponibile sui beni confiscati alla criminalità organizzata e una cadenza almeno biennale nel rapporto periodico sull’attività svolta. Riguardano tutti l’Osservatorio regionale sui fenomeni connessi al crimine organizzato e mafioso i tre emendamenti presentati dalle forze di minoranza e approvati all’unanimità questo pomeriggio dalla commissione Bilancio, affari generali ed istituzionali, presieduta da Massimiliano Pompignoli, durante l’esame dell’articolato del progetto di legge d’iniziativa della Giunta di modifica alla legge regionale 3/2011 in materia di “Misure per l’attuazione coordinata delle politiche regionali a favore della prevenzione del crimine organizzato e mafioso, nonché per la promozione della cultura della legalità e della cittadinanza responsabile”, che figura come testo base in abbinamento con un atto analogo a firma del Movimento 5 stelle. Hanno ricevuto il parere positivo della commissione tutti e quattro gli articoli che costituiscono il progetto di legge.
Il primo emendamento approvato, presentato da Stefano Bargi, Alan Fabbri, Pompignoli e Daniele Marchetti (Ln), specifica che l’Osservatorio rappresenta il punto di riferimento per l’attuazione della legge regionale non solo nei confronti dei cittadini e delle associazioni ma anche espressamente dell’Assemblea legislativa.
I due emendamenti del M5s che andranno a fare parte del testo di legge, illustrati in commissione da Andrea Bertani e Silvia Piccinini, da una parte stabiliscono che l’Osservatorio debba “dedicare un’apposita area alle attività di monitoraggio sui beni confiscati alla criminalità organizzata in collaborazione con il Centro di documentazione”, dall’altra definiscono “una cadenza almeno biennale” per il rapporto periodico sulla situazione del crimine organizzato e mafioso in Emilia-Romagna a cui l’Osservatorio è tenuto.
Degli altri otto emendamenti presentati, risultano respinti uno del gruppo Lega Nord e cinque del M5s. Altre due proposte di modifica presentate dal M5s sono state invece ritirate dagli stessi proponenti, in accordo con il relatore di maggioranza, Antonio Mumolo (Pd), e l’assessore alla Legalità, Massimo Mezzetti, che hanno chiesto ai firmatari, nell’auspicio di “una condivisione massima del testo di legge da parte di tutta l’Assemblea, così da rendere ancora più efficace la norma”, una riformulazione delle due proposte, sostenendo comunque nel merito gli emendamenti: il primo ribadisce l’attività di georeferenziazione dei fenomeni criminosi, già portata avanti dall’Assemblea legislativa con i dossier “Mosaico di mafie e antimafia” realizzati in collaborazione con Libera informazione, l’altro incentiva la partecipazione della società civile a una conferenza pubblica sugli interventi previsti dalla legge.
Respinto l’emendamento M5s che disponeva la costituzione di parte civile della Regione in tutti i processi “aventi ad oggetto reati di criminalità organizzata e mafiosa”. Mumolo ha motivato il no del suo Gruppo spiegando che “l’obbligo è sbagliato dal punto di vista normativo, è sempre opportuna una scelta da parte del Servizio legislativo”. Concorde con Mumolo l’assessore Mezzetti, che nell’occasione ha annunciato la decisione di costituzione di parte civile della Regione nel processo Aemilia.
(jf)