Gli incarichi dirigenziali in Regione sono oggetto di una interrogazione alla Giunta presentata da Tommaso Foti (Fdi).
Secondo il consigliere, “la legge regionale in materia di organizzazione e rapporti di lavoro, relativamente all’assegnazione degli incarichi dirigenziali, appare difforme dalla legge statale, in quanto, stando a una sentenza della Corte Costituzionale e a due recenti sentenze del Tar del Lazio, dovrebbe puntualmente rispettare i seguenti obblighi: la previa verifica dell’insussistenza di dirigenti interni idonei a ricoprire l’incarico, non prevista dalla legge regionale; specifici requisiti di particolare e comprovata professionalità, diversi da quelli indicati nella legge regionale; l’obbligo di motivazione, totalmente assente nella legge regionale”. Inoltre, ricorda il capogruppo Fdi, “per giurisprudenza ormai consolidata, nel novero dei dirigenti con contratto a tempo determinato rientrano tutti i dirigenti assunti con detta forma contrattuale, indipendentemente dalle funzioni attribuite e, dunque, sono inclusi anche i dirigenti esterni in posizione di diretta collaborazione agli organi politici (strutture speciali)”. Infine, “la legge regionale, contrariamente a quanto previsto dalla norma nazionale, istituisce un’unica qualifica dirigenziale all’interno della quale sono collocati tutti i dirigenti, che vengono semplicemente distinti, a seconda delle funzioni svolte, in direttore generale, direttore di Agenzia, responsabile di servizio, e, da ultimo, dirigente ‘professional’”.
A fronte di una dotazione organica della dirigenza ridotta a 183 unità, sottolinea Foti, “i dirigenti con contratto a tempo determinato assunti nella Regione al 31 dicembre 2014 risultano 52 (pari al 28,4% della dotazione organica), e sono così ripartiti: 11 direttori generali, 5 direttori di Agenzia, 13 ‘incarichi speciali’ e 2 dirigenti giornalisti”. Si tratta di un numero “molto al di sopra del limite del 10% della dotazione organica previsto dal combinato disposto delle norme nazionali vigenti, all’interno del quale spiccano dirigenti a tempo determinato che possono festeggiare il ventesimo anno di permanenza nello stesso incarico e altri giudicati ‘non idonei’ in precedenti concorsi per la dirigenza”.
Foti, pertanto, chiede alla Giunta regionale “quali iniziative intenda assumere per l’immediato rientro nei tassativi limiti percentuali fissati dalla legge sui dirigenti in posizione di comando e sui dirigenti con contratto a tempo determinato e quali provvedimenti intenda avviare nei confronti di chi ha adottato gli atti di nomina dei dirigenti esterni e/o in comando in sovrannumero rispetto alle percentuali di legge, anche in relazione all’ipotizzabile danno erariale arrecato alla Regione”.
(lg)