Fare chiarezza sullo studio dell’Ausl di Bologna che ha proposto, il 12 luglio, un “questionario anonimo rivolto alle persone appartenenti alla comunità LGBTQ+” sulla percezione del loro stato di salute.
Lo ha chiesto Marta Evangelisti, capogruppo di Fratelli d’Italia, in un’interrogazione alla giunta. La consigliera vuole sapere “se non ritenga che lo studio promosso dall’Università di Bologna e dalla Unità operativa Governo Clinico dell’Azienda USL di Bologna, sia esso stesso discriminate in quanto rivolto a soggetti che appartengono solo a una determinata comunità”. Inoltre, Evangelisti chiede se la Regione “non ritenga opportuno attivarsi affinché vi sia uno studio che permetta di identificare le criticità nell’erogazione dei servizi sanitari ed anche nella formazione del personale, rivolto ai cittadini in generale, senza distinzione di appartenenza a qualsivoglia comunità”.
Lo studio ha lo scopo di “descrivere la percezione del proprio stato di salute da parte di coloro che appartengono alla comunità LGBTQ+, di come viene percepita l’equità nell’accesso ai servizi sanitari e le relazioni con il personale sanitario nell’ottica di una sempre crescente umanizzazione delle cure, per una sanità equa, inclusiva e universale” e, in futuro, consentirà di identificare possibili aree di intervento per progetti futuri di promozione della salute, di formazione del personale sanitario o di divulgazione ad un pubblico generale”. La capogruppo di FdI sottolinea come il servizio sanitario “garantisce a tutti i cittadini, in condizioni di uguaglianza, l’accesso universale all’erogazione equa delle prestazioni sanitarie” attuando così l’articolo 32 della Costituzione.
(Gianfranco Salvatori)