Informativa dell’assessorato Politiche per la salute, oggi, nella seduta congiunta delle commissioni Parità e diritti e Politiche per la salute e politiche sociali, rispettivamente presiedute da Roberta Mori e Paolo Zoffoli, su consultori familiari e medicina di genere.
I funzionari della Giunta, illustrando i dati sul tema medicina di genere (disciplina scientifica che ha l’obiettivo di comprendere le differenze tra uomini e donne in ambito di salute, rendendo più efficaci, sicure ed economiche le cure), hanno spiegato gli obiettivi della Regione Emilia-Romagna in questo specifico campo: “Riduzione delle iniquità di genere, inclusione e rispetto delle diversità, obiettivi collegati a politiche rivolte all’esterno e all’interno, quindi non solo nei confronti di chi accede ai servizi ma anche di chi lavora”, un “processo connesso alla formazione del personale sanitario”.
I rappresentanti della Giunta hanno poi affrontato l’argomento dei consultori familiari, descrivendo le competenze e le tematiche trattate da questo tipo di strutture: “Assistenza alle donne in gravidanza, educazione sessuale, contraccezione, maternità e paternità responsabile, progetti rivolti ai giovani, assistenza a donne che richiedono l’interruzione di gravidanza, menopausa, tumori femminili, infertilità e violenza di genere”. In Emilia-Romagna si contano “184 consultori distrettuali (230 dieci anni fa), 38 periferici, 36 spazi giovani e 16 spazi donne immigrate e loro bambini”; gli utenti che accedono a queste strutture sono stati., nel 2014, “304.000 di nazionalità italiana e 74.000 stranieri”, richiedendo principalmente servizi di “ginecologia, andrologia, prevenzione oncologica, controllo fertilità e prestazioni nascite”. Infine, i funzionari dell’assessorato hanno esposto il progetto “Cartella regionale della gravidanza”, un “diario comprensivo di schede informative per trasmettere competenze alle donne durante la gestione della gravidanza”.
La presidente della commissione Parità e diritti, Roberta Mori, sulla medicina di genere, ha rimarcato “l’approccio nuovo, che andrà a beneficio di tutti in quanto orientato all’appropriatezza della cura, impresso alla nostra sanità grazie al riferimento normativo ineludibile della legge quadro 6/2014”. Sui consultori ha auspicato che “questo rilevantissimo patrimonio storico, scientifico, di competenze territoriali già per natura multidisciplinari, abbia uno sviluppo di lungo periodo integrandosi nell’offerta sociosanitaria delle Case della salute, fondamentale è infatti mantenere la prossimità di questi servizi”.
Il presidente della commissione Politiche per la salutee politiche sociali, Paolo Zoffoli, ha espresso “la volontà di valorizzare il quarantesimo anniversario dalla nascita dei consultori, luoghi di integrazione sociale e sanitaria”.
I consiglieri Pd, Mirco Bagnari, Alessandro Cardinali, Barbara Lori, Antonio Mumolo, Giuseppe Paruolo, Silvia Prodi e Nadia Rossi hanno rimarcato “l’approccio scientifico della medicina di genere, disciplina che tenendo conto delle differenze garantisce risultati di cura maggiormente efficienti” e hanno rilevato “la necessità di utilizzare e diffondere i dati in possesso delle strutture sanitarie”, per “una sempre maggiore efficienza”. Inoltre, i consiglieri hanno riscontrato “alcune criticità nel sistema dei consultori, lamentate dallo stesso personale sanitario, come gli organici in sofferenza, il numero ridotto delle strutture e gli spazi non sempre adeguati”. Infine, è stata chiesta “una particolare attenzione nell’informare la cittadinanza su questo tipo di problematiche sanitarie, anche attraverso le scuole”.
Il consigliere Igor Taruffi (Sel) ha chiesto “il mantenimento del punto nascite di Castelnovo ne’ Monti, nell’Appennino reggiano” e “la conferma del finanziamento regionale al consultorio bolognese riservato a persone transessuali”. Finanziamento confermato, al termine della seduta, dai tecnici di Giunta.
(cr)