Fare chiarezza sul nuovo ospedale di Piacenza.
A chiederlo, in un’interrogazione, è Silvia Piccinini (Movimento 5 Stelle) che ricorda come “la decisione di adottare un partenariato pubblico-privato per finanziare il 54% del costo totale dell’opera ha generato dubbi tra i cittadini e i comitati civici riguardo al ruolo che gli investitori privati avranno dopo la realizzazione dell’intervento. Sembra che la gestione futura dei servizi accessori ospedalieri potrebbe essere affidata in gran parte al settore privato, spostando una parte significativa della gestione dal pubblico al privato”.
Piccinini rilancia le preoccupazioni avanzate da alcuni cittadini in merito alle condizioni della collaborazione tra pubblico e privato, in particolare ricordando che “secondo quanto riportato dalla stampa locale, la preoccupazione principale dei cittadini riguarda le modalità con cui gli investitori privati finanziatori saranno ricompensati dalla pubblica amministrazione: si tratta di capire se verrà adottato un regime di concessione tra l’Ausl e gli investitori privati, che prevede il pagamento di un canone pluriennale da parte dell’Ente pubblico per un periodo di venti o trent’anni, oppure se si opterà per la Finanza di Progetto, in cui il recupero economico e finanziario sarà basato sui ricavi e sui flussi di cassa generati dall’attività di gestione dell’opera realizzata”.
Da qui l’atto ispettivo per sapere “quali sono i dettagli dell’operazione per la realizzazione del nuovo ospedale di Piacenza e, in particolare, quali sono i vantaggi economici effettivi che i privati coinvolti nel Partenariato otterranno da tale investimento e quali sono le modalità di compensazione previste per i privati che copriranno il 54% dell’intervento e, nel caso in cui non siano ancora state decise, quali sono le intenzioni dell’AUSL e della Giunta in merito”.
La consigliera vuole, inoltre, sapere “quali misure di garanzia intende adottare la Giunta per assicurare che la gestione dei servizi ospedalieri rimanga sotto il controllo dell’AUSL al fine di evitare che i privati del Partenariato gestiscano i servizi per periodi decennali/ventennali/trentennali a discapito della concorrenza ed innovazione e se è intenzione della giunta ripensare a tale formula di finanziamento annullando totalmente la partecipazione privata oppure riducendola in maniera significativa”.
(Luca Molinari)