La Regione verifichi se il Comune di Bologna abbia rispettato la capienza e la metratura del nuovo asilo nido Cavazzoni per poter accedere ai fondi del Pnrr.
E’ la richiesta di Marta Evangelisti (Fratelli d’Italia) in un’interrogazione in cui vuole sapere se esistano “discrepanze” tra quanto dichiarato dal Comune e il finanziamento del Pnrr e quali verifiche sulla procedura abbia attuato la giunta. Infine, la capogruppo Fdi, chiede “se e per quale motivo non siano state effettuate verifiche sulla capienza del nuovo asilo comunicate nel bando dal Comune di Bologna, poiché non sarebbero stati rispettati i parametri regionali in merito e quali iniziative la Regione intenda assumere per fare chiarezza in merito alla vicenda e se intenda verificare che il Comune di Bologna abbia posto in essere un meccanismo di aggiramento dei criteri di ammissibilità presenti nel bando”.
Il Comune aveva partecipato al bando per il finanziamento di 4 milioni di euro per la realizzazione dell’asilo e nella dichiarazione aveva indicato “una determinata metratura e capienza”. Il Comune deve ultimare i lavori entro il 30 giugno 2026. Da alcune segnalazioni, continua Evangelisti, e “da quanto rilevato dal Comitato che si oppone alla realizzazione del nuovo plesso scolastico poiché arrecherebbe gravi deturpamenti al verde del parco Acerbi, vi sarebbero discrepanze tra le dimensioni strutturali della nuova scuola fornite dal responsabile del procedimento al Miur e la delibera del Comune del 2022 che aveva come oggetto il nulla osta per la realizzazione della nuova scuola, sovvenzionata con fondi derivanti dal Pnrr”. Il Comune aveva indicato “che la nuova struttura del nido Cavazzoni avrebbe dovuto avere una capienza di 116 alunni per una superficie lorda di 1730 metri quadrati; tale dichiarazione non terrebbe in considerazione né le aree esterne né le strade per entrare nelle aree verdi del parco Acerbi. Ma da delibera comunale del 2022 indicava invece una capienza massima di 84 bambini con una superficie di 1.150 metri quadrati e ciò comporterebbe una differenza di costi che da 4 milioni di euro passerebbe a 2,7 milioni di euro”. Secondo il Comitato “…è possibile che l’amministrazione, per giustificare l’ingente finanziamento richiesto, abbia indicato come incluse nella superficie lorda parti esterne che non possono esservi ricomprese e non erano finanziabili con fondi Pnrr”.
(Gianfranco Salvatori)