Rivedere le politiche di contenimento dei daini. A chiederlo è Giulia Gibertoni (Misto) per la quale “l’uccisione in prelievo di 3.435 esemplari di daino sul territorio regionale per il 2024, senza una reale valutazione dei suoi impatti, nasconde la possibilità di tenere la popolazione di questa specie naturalmente in equilibrio senza ricorrere ad abbattimenti” e per questo chiede alla Regione di “rivedere le proprie politiche di contenimento”.
Secondo Gibertoni il Piano di prelievo del daino in selezione per la stagione venatoria 2024-2025 prevede un numero di esemplari di daino di 580 (477 l’anno precedente) con un totale, a livello regionale, di 3.435 esemplari di Daino uccidibili nella stagione venatoria 2024-2025 (cioè 210 in più rispetto al totale della stagione venatoria 2023-2024 che era di 3.225).
“Come già accaduto per gli altri ungulati anche il Piano di prelievo del Daino con uccisione in selezione per la stagione venatoria 2024-2025 è la sostanziale riproposizione dei Piani degli anni precedenti, con numero di uccisioni in aumento, senza che venga nemmeno proposta alcuna attività di analisi o di studio dei dati o anche semplicemente di reale censimento”
“La riproposizione, anno per anno, di identici piani di prelievo del Daino, spesso con numeri di uccisioni in prelievo in crescita – prosegue Gibertoni – nasconde il tema centrale, cioè la possibilità di tenere la popolazione di questa specie naturalmente in equilibrio senza ricorrere ad uccisioni, e mostra come la Regione Emilia-Romagna sia invece più interessata alla possibilità di blandire ogni anno la potente lobby dei cacciatori, offrendo loro migliaia di daini da uccidere.
Citando diverse leggi in materia di protezione della fauna selvatica Gibertoni chiede alla giunta “i dati aggiornati complessivi sulle uccisioni del Daino relativamente alle ultime 5 stagioni faunistico-venatorie” e se “non ritenga di rivedere le proprie politiche di contenimento della popolazione regionale, utilizzando tecniche alternative di controllo che ne evitino l’uccisione”.
(Giorgia Tisselli)