COMUNICATO
Ambiente e territorio

Ambiente Modena. Bargi (Lega): fare chiarezza sui lavori al Parco fluviale del Secchia

Il leghista: “La Regione risani l’eventuale danno ambientale”

Fare chiarezza sui lavori di messa in sicurezza del Parco fluviale del Secchia e rimediare ai danni ambientali prodotti. A chiederlo, in un’interrogazione, è Stefano Bargi (Lega).

“Nel febbraio di quest’anno sono stati annunciati i primi lavori del piano di interventi sulla Cassa di espansione del fiume Secchia, al confine tra le province di Modena e Reggio Emilia, finanziati con fondi Pnrr-Next Generation Eu, per un importo totale di 27 milioni di euro, con ente committente AiPo (Agenzia interregionale per il fiume Po)”, spiega Bargi per il quale “dopo le polemiche dei giorni scorsi in merito all’intervento del taglio degli alberi all’interno della Riserva naturale e del sito Rete Natura 2000 ‘Cassa di espansione del Fiume Secchia’, il gestore Ente Parchi Emilia Centrale ha annunciato la sospensione degli eventi a tempo indeterminato, sollecitando le verifiche tecniche con AiPo e Regione Emilia-Romagna per accertare l’entità degli interventi finora realizzati rispetto al progetto originario”.

Per Bargi “stando alle denunce degli ambientalisti e dei comitati modenesi sarebbero stati abbattuti 50 ettari di foresta fluviale, eccedendo notevolmente l’intervento di rimozione del sedimento di terreno che si era depositato dinanzi alla diga e causando quindi un danno ambientale notevole. Inoltre, il rialzo degli argini non sarebbe sufficiente a garantire la sicurezza idraulica che necessita dell’abbattimento della diga in cemento armato e della sua successiva ricostruzione e allargamento verso Rubiera”.

Da qui l’atto ispettivo per sapere dall’amministrazione regionale “quale sia l’esito delle verifiche tecniche e procedurali relative all’entità degli interventi realizzati nel Parco fluviale del Secchia rispetto al progetto autorizzato nei procedimenti VIA e se siano state rispettate le prescrizioni con cui si è chiuso il procedimento autorizzativo unico di valutazione di impatto ambientale del progetto”. Fra le altre richieste c’è anche quella di fare chiarezza sul soggetto su cui ricadrebbero le responsabilità di una eventuale violazione dei progetti e quali iniziative la Regione intenda intraprendere per risanare l’eventuale danno ambientale nell’area.

(Luca Molinari)

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