Fermare la caccia e il prelievo in selezione del cinghiale in tutto il territorio regionale per minimizzare il rischio di diffusione della peste suina africana. Lo chiede Giulia Gibertoni (Gruppo Misto) con un’interrogazione in cui invita, “almeno nelle province di Piacenza e Parma, a fermare ogni attività venatoria per diminuire il rischio della continua diffusione della peste”.
“La peste suina africana -ha sottolineato la consigliera- è ormai arrivata da mesi anche nel territorio della Regione Emilia-Romagna. La gravità della situazione è rappresentata dal ritrovamento, anche in Emilia-Romagna, come già successo in Lombardia, dell’infezione all’interno di un allevamento di suini. Il 31 luglio scorso, infatti, è stato riscontrato il primo caso a Ponte dell’Olio (Piacenza) in un allevamento di 773 suini (successivamente tutti uccisi). Malgrado le evidenze scientifiche, si continua a parlare di “caccia senza quartiere ai cinghiali” di cui si vuole procedere all’eradicazione dall’intero territorio regionale dimenticando che sono proprio le attività umane il principale veicolo di diffusione dell’epidemia e andare a cercare i cinghiali infetti aumenta di gran lunga il pericolo di diffusione dell’epidemia”.
Da qui l’atto ispettivo per chiedere alla giunta di puntare, per contrastare la diffusione della peste suina africana, “sulla diminuzione della densità degli allevamenti intensivi di suini sul territorio regionale e, più in generale e per motivi ambientali, di salute ed etici, di tutti gli allevamenti intensivi sul territorio regionale”.
(Lucia Paci)