Il calendario è stato condiviso: entro venerdì 17 luglio la presentazione formale degli emendamenti, lunedì 20 il loro esame in commissione, il giorno successivo il voto sui singoli articoli e il passaggio definitivo in Aula nell’ultima seduta di luglio. La proposta di legge della Giunta che ha per titolo “Riforma del sistema di governo regionale e locale e disposizioni su Città metropolitana di Bologna, Province, Comuni e loro Unioni” prosegue il suo percorso. Oggi, in commissione Bilancio, affari generali e istituzionali, presideduta da Massimiliano Pompignoli, la discussione generale: si prevede l’arrivo di molti emendamenti, anche alla luce di quanto uscito dalle udienze conoscitive dell’8 e 10 luglio scorsi.
L’assessore Emma Petitti (Bilancio e riordino istituzionale) ha rivendicato la “forte condivisione riscontrata fra gli Enti locali e le associazioni economiche e sociali alla strategia individuata dalla Giunta”. Il testo presentato “è suscettibile di correzioni, precisazioni, puntualizzazioni, che la Giunta ha in animo di concretizzare in alcuni emendamenti, ma il suo impianto non muterà”. Oggetto delle modifiche potranno essere “le questioni dell’ambiente, dell’agricoltura, delle nuove Agenzie regionali, delle Unioni dei Comuni, e della gestione inter-istituzionale della fase di transizione, fino al compimento della riforma costituzionale”.
Galeazzo Bignami (Fi) ha riconosciuto alla Giunta di aver affrontato “in modo coraggioso una legge delirante come la Delrio, non limitandosi a trattare il tema del personale delle Province, ma puntando a una complessiva riorganizzazione del governo territoriale”. Ma il risultato gli appare “farraginoso e contraddittorio, con forti dubbi anche sulla certezza del diritto”. Con questa riforma regionale “interferiscono due testi: la riforma costituzionale, che nessuno può dire se e quando verrà approvata; e il Decreto Enti locali, in discussione al Senato. Il quadro è perciò caotico”, e Bignami chiede alla Giunta di prevedere “un Codice delle Autonomie regionali, per rimettere ordine in una stratificazione di norme sempre più confuse”. A suo parere, questa riforma è “ambigua sul principio di sussidiarietà, recepito con incertezza (si preferisce parlare di ‘prossimità’) e non è affatto chiaro che si otterrà un’effettiva sburocratizzazione”: restano “troppi livelli istituzionali intermedi fra Regione e Comuni”. Inoltre, “serve un maggiore sforzo per precisare chi fa cosa e con quali risorse: per esempio, quale sarà l’autonomia finanziaria delle Agenzie”. Infine, ha chiuso Bignami, “questa Legge, tramite il meccanismo delle intese, sembra scommettere esageratamente sull’affinità politica fra chi governerà Regione e Città metropolitana di Bologna”.
Piergiovanni Alleva (AltraER) si è soffermato sull’annunciata Agenzia regionale per il lavoro. Il consigliere ha detto che “non si può dimenticare che solo il 3-4% trova lavoro tramite i Centri per l’impiego, e che le politiche attive per il lavoro sono indispensabili ma il loro successo deriva, innanzitutto, da una precisa conoscenza della realtà”. Alla nuova Agenzia, sostiene Alleva preannunciando emendamenti su questo punto, “andrebbe affidato il compito di costruire un’anagrafe pubblica del lavoro: quanti occupati e con quali contratti, nel territorio regionale. Solo così si potranno capire, per esempio, l’eventuale propensione al part-time o le caratteristiche dei contratti a chiamata”.
Massimiliano Pompignoli e Stefano Bargi (Ln) hanno sostenuto che sarebbe necessario “modificare l’attuale Regolamento dell’Assemblea, per poter prevedere uno studio di ammissibilità delle proposte di legge”. Hanno poi auspicato che la Giunta “sia in grado di rispondere positivamente ad alcune criticità emerse nelle udienze conoscitive, in particolare sulla futura gestione dell’agricoltura”. Dalla Lega emergono poi “forti perplessità sull’insieme della riforma, a fronte di un quadro nazionale in movimento e per l’eccessivo rimando a futuri, nuovi atti legislativi”. Una “contraddizione evidente si starebbe determinando fra questa riforma e ciò che prevede il Decreto Enti locali sulla sorte delle Polizie provinciali”. Infine, “la scheda tecnica economico-finanziaria appare assai lacunosa” (sul punto si è espresso analogamente anche Bignami).
In sede di replica, l’assessore Petitti ha ribadito la convinzione che vi sia “piena coerenza fra la riforma regionale e la riforma costituzionale. Saranno le Province ad avanzare alla Regione la proposta di delimitazione delle Aree Vaste Interprovinciali, e ciò avverrà entro 120 giorni dall’approvazione della legge”. La Giunta si impegna ad operare “affinché le Unioni dei Comuni funzionino di più e meglio”. In sede di Conferenza Stato-Regioni, ha aggiunto Petitti, “sono state avanzate precise richieste per garantire la piena sostenibilità delle scelte riformatrici che questa Regione sta compiendo”. Quanto alle future intese inter-istituzionali, “non produrranno alcuno svuotamento del ruolo dell’Assemblea legislativa”.
(rg)