Venerdì scorso, la Garante regionale delle persone private della libertà personale, Desi Bruno, ha visitato la Residenza per l’esecuzione delle misure di sicurezza (Rems) di Casale di Mezzani, in provincia di Parma, alla presenza della direttrice del distretto dell’Ausl di Parma, Giuseppina Ciotti, del direttore del Dipartimento di Salute mentale e dipendenze patologiche dell’Ausl di Parma, Pietro Pellegrini, e della direttrice della Rems, Giuseppina Paulillo.
Come noto, questa struttura, insieme a quella di Bologna, è provvisoria, in attesa di quella definitiva prevista su Reggio Emilia, e ospita quegli internati dimessi dall’Ospedale psichiatrico giudiziario di Reggio Emilia, rispetto ai quali la magistratura di sorveglianza ha ritenuto permanere la necessità dell’applicazione della misura di sicurezza detentiva, residenti nel territorio emiliano (anche se, allo stato, la struttura ospita anche qualche internato romagnolo, in quanto, la Rems di Bologna risultava al completo).
Al momento della visita, su 10 ospiti complessivi (di cui 3 in applicazione provvisoria della misura di sicurezza) ne erano presenti 5, in quanto un gruppo di 5 internati, nell’ambito del programma delle attività riabilitative e risocializzanti, stava effettuando un’escursione con pranzo al sacco sull’appenino parmense.
L’edificio è un’ex scuola di inizio secolo, che già era stata destinata a struttura psichiatrica, ora convertita in residenza per l’esecuzione delle misure di sicurezza, che “appare in grado di accogliere adeguatamente gli internati”. E’ disposta su due piani, sottolinea l’Ufficio del Garante, “con ambienti ampi e climatizzati per le attività cliniche e ricreative”. E’ prevista una capienza di 10 persone, “che hanno a disposizione 5 camere da letto da uno-due posti letto con bagno interno, e una sola camera tripla”. E’ a disposizione anche “un’area esterna con giardino”.
La gestione interna della struttura “è affidata a personale esclusivamente sanitario, come previsto dalla normativa sul superamento degli ospedali psichiatrici giudiziari, mentre la vigilanza a una guardia giurata che si avvale di un sistema di videosorveglianza h24 collocato a piano terra. Esiste la possibilità, con un apposito collegamento, di sollecitare l’intervento delle Forze dell’ordine, in caso di necessità. La struttura è delimitata da una recinzione alta tre metri. Ad oggi- chiarisce la Garante- non si sono verificati episodi critici legati alla sicurezza”.
Da subito, l’Ausl di Parma ha previsto per gli internati un ampliamento della possibilità di effettuare colloqui e telefonate rispetto al regime vigente nell’ospedale psichiatrico giudiziario: particolare cura è dedicata a mantenere, migliorare o ristabilire le relazioni con la famiglia e/o persone significative, se coerenti con il percorso di cura, e anche cercando di favorire, laddove possibile, licenze giornaliere (autorizzate esclusivamente dalla magistratura di sorveglianza).
Come riportato nel documento, elaborato dal Dipartimento di Salute mentale e dipendenze patologiche dell’Ausl di Parma, “Contributo alla definizione del modello operativo delle Rems”, il modello di funzionamento di queste strutture “non può essere quello dell’Opg o della sanità penitenziaria e nemmeno quello di una comune residenza psichiatrica, con l’obiettivo di delineare il mandato di cura, evitando che prevalgano le logiche custodiali che trasformerebbero le Rems in mini-Opg”. Come anche sottolineato nel corso della visita dal direttore del Dipartimento Salute mentale e dipendenze patologiche dell’Ausl di Parma, Pellegrini, “la maggiore sicurezza deriva da percorsi sanitari e cure corretti e appropriati”. Esiste poi un regolamento interno della struttura che, tra le altre cose, enuncia regole di comportamento per la convivenza con gli altri ospiti, per l’utilizzo di denaro, effetti personali e sigarette, per gli impegni quotidiani e gli orari da rispettare dal paziente.
La programmazione delle attività, prosegue il resoconto dell’Ufficio della Garante, “già finanziate per 50.000 euro, prevede attività di teatro, escursioni, cura e coltivazione del giardino e dell’orto, attività sportiva, massaggi. E’ prevista, inoltre, attività di pet therapy, a cura di una volontaria locale”.
Il giudizio di Desi Bruno sulla struttura di Casale di Mezzani è “positivo” e auspica che, “così come è nello spirito della Legge 81/2014, gli internamenti possano avere carattere residuale rispetto alle prese in carico da parte dei servizi territoriali, e possano essere individuate in tempi rapidi le migliori prassi per quanto attiene ai rapporti con la magistratura di cognizione, per quanto riguarda l’applicazione provvisoria delle misure di sicurezza (che rappresenta una criticità segnalata nel corso della visita), e alla presa in carico da parte dei territori di riferimento al fine di favorire la risocializzazione dell’internato”.