La Regione agisca contro la ‘Buona scuola’. La Giunta regionale deve infatti “promuovere la questione di legittimità costituzionale” sulla legge di riforma del sistema nazionale di istruzione e formazione (n.107/2015), pubblicata nella Gazzetta ufficiale del 15 luglio 2015.
A chiederlo è la consigliera Giulia Gibertoni (M5s) in una risoluzione all’Assemblea legislativa dove indica quelli che a suo avviso sono “i diversi motivi di incostituzionalità della norma”. Tra questi, la consigliera cita: “La limitazione della libertà di insegnamento, con presunta violazione dell’articolo 33, nonché la disparità di trattamento tra i docenti immessi in ruolo sino all’anno scolastico in corso e coloro i quali saranno immessi in ruolo in base alle norme introdotte dalla legge”; la parte che, riferendosi ai concorsi pubblici, “dispone con riguardo ai soggetti che possono accedere alle procedure, che per ciascuna classe di concorso o tipologia di posto possono partecipare solo i candidati in possesso del relativo titolo di abilitazione mentre non può partecipare il personale docente ed educativo già assunto con contratto a tempo indeterminato nelle scuole statali”; infine, la previsione che “a partire dall’anno scolastico 2016/2017 il personale docente delle istituzioni scolastiche statali, con contratto a tempo indeterminato, sia destinatario di incarichi triennali proposti dai dirigenti scolastici degli albi territoriali provinciali”, con il rischio che le scelte del dirigente scolastico assumano “carattere di arbitrarietà”.
Secondo Gibertoni, nella riforma ci sarebbero altri motivi di violazione della Carte costituzionale: per esempio, sul piano dell’alternanza scuola-lavoro si farebbe “esplicito riferimento all’obbligo e non alla mera possibilità di svolgere delle esperienze lavorative”.
Si lederebbe, inoltre, l’”autonomia degli organi collegiali a favore di un organo monocratico”, vale a dire “il dirigente scolastico”. La legge 107, infatti, scrive Gibertoni, accorderebbe “un potere soverchiante rispetto agli organi collegiali in capo al dirigente scolastico, che può respingere le elaborazioni del Collegio o le approvazioni del Consiglio di istituto, qualora non siano conformi agli indirizzi da lui dettati”. “In tal modo- aggiunge la consigliera- gli organi collegiali, seppur indirettamente, vengono svuotati delle loro funzioni essenziali; il collegio, organo tecnico professionale con competenza in ambito pedagogico didattico potrebbe perdere o vedere fortemente depauperate le sue funzioni”. Insomma, la legge sembrerebbe “realizzare lo scardinamento della distinzione delle competenze” andando nella direzione “di una lesione dell’autonomia scolastica e, quindi, di invasione o lesione di una competenza amministrativa che esula dalla sfera statale”.
(Tutti gli atti consiliari – dalle interrogazioni alle risoluzioni, ai progetti di legge – sono disponibili on line sul sito dell’Assemblea legislativa al link: http://www.assemblea.emr.it/attivita-legislativa)
(ac)