Sanità e welfare

Gianella-Evangelisti (FdI): “Serve revisione del patto per la casa”

I consiglieri rilevano come molte risorse siano rimaste inutilizzate. “Per tre anni i Comuni hanno lavorato per aderire al programma, salvo poi vedersi annullare i contributi nel giro di appena sei mesi”

Conoscere i dati completi sull’attuazione del “Patto per la casa” nella provincia di Ferrara, compreso il numero di cittadini che hanno beneficiato dei contributi previsti dal programma. Inoltre, fare chiarezza sulle risorse restituite dagli enti del ferrarese alla Regione a causa del loro mancato utilizzo. Sono i quesiti che i consiglieri di Fratelli d’Italia, Fausto Gianella (primo firmatario) e Marta Evangelisti rivolgono alla giunta con una interrogazione.

“Il programma Patto per la casa Emilia-Romagna – ricordano i consiglieri – è stato avviato dalla Regione con l’obiettivo di ampliare l’offerta di alloggi in locazione a canoni calmierati. Le risorse destinate al programma ammontano complessivamente a 4 milioni 668mila euro e vengono erogate agli enti locali sotto forma di tranche anticipate, con eventuale possibilità di cofinanziamento”.

Tuttavia, rendono noto gli esponenti di FdI, “nel comune di Bondeno sono stati restituiti 100mila euro a causa dell’assenza di richieste da parte dei cittadini e anche in altri comuni della provincia di Ferrara, ad esempio Vigarano Mainarda, gli amministratori segnalano l’impossibilità di attuare il progetto nel lasso di tempo concesso dalla Regione, generando al contempo uno spreco di risorse economiche e umane”. “Per tre anni – prosegue l’atto ispettivo – amministrazioni e uffici comunali hanno dovuto lavorare molto per riuscire a completare tutto l’iter amministrativo di adesione al programma, salvo poi vedersi annullare i contributi nel giro di appena sei mesi, con la motivazione che i contratti dovevano essere stipulati entro sei mesi. Una revisione delle modalità di attuazione del patto per la casa è essenziale per evitare che le risorse già stanziate continuino a essere sottoutilizzate o restituite, a scapito delle fasce più fragili della popolazione”.

Da qui la richiesta di chiarimenti alla giunta regionale, per sapere “per quale motivo il tempo per eseguire il piano è stato solo di sei mesi, a fronte di una lunga procedura per la sua progettazione” e “come verranno utilizzati o reinvestiti i fondi restituiti dagli enti locali”.

(Brigida Miranda)

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