COMUNICATO
Governo locale e legalità

Politiche abitative. Lega-Rete civica: “Riservare il 10% alloggi di edilizia pubblica alle forze dell’ordine”

Il leghista Tommaso Fiazza e Elena Ugolini (Rete civica) hanno presentato un disegno di legge per modificare la legge regionale 24/2001 e specificare meglio i limiti dell’autonomia comunale nell’attribuzione degli alloggi ERP

Riservare il 10% all’anno di alloggi di edilizia pubblica agli appartenenti alle forze dell’ordine in modo da contribuire a una maggiore sicurezza del territorio. È questo uno degli obiettivi del disegno di legge presentato da Tommaso Fiazza (Lega) e sottoscritto anche da Elena Ugolini (Rete Civica).

In sintesi il progetto di legge prevede che si realizzi una graduatoria per le donne e gli uomini delle forze dell’ordine in servizio in Emilia-Romagna per assegnare loro alloggi di edilizia pubblica. Mentre costituisce causa di decadenza il venir meno del loro servizio in Emilia-Romagna. Gli assegnatari non perdono il diritto all’abitazione con la cessazione dal servizio per pensionamento, per infermità, per decesso (per permettere ai coniugi di rimanere nell’alloggio) purché sussistano i requisiti previsti nelle vigenti norme regionali.

Nella proposta legislativa i due consiglieri, inoltre, chiedono la revisione della Legge regionale n. 24 del 2001 “per salvaguardare l’autonomia che la legge riserva ai singoli comuni nell’individuazione dei criteri di priorità nell’assegnazione degli alloggi di edilizia popolare e, al tempo stesso, rispettare l’ordinanza del Tribunale di Ferrara che nel 2021 si pronunciò circa l’applicazione del cosiddetto criterio della residenzialità storica”.

“Con l’ordinanza 760/2021 -spiegano Fiazza e Ugolini- l’organo giurisdizionale ferrarese, pur riconoscendo il diritto del Comune di Ferrara di prevedere, nell’ambito dell’autonomia a esso riconosciuta dalla legge regionale, la valorizzazione della residenza storica quale criterio premiale nell’assegnazione dell’alloggio di edilizia popolare, contestava il fatto che all’interno del regolamento approvato dal Consiglio comunale, non fosse previsto alcun tetto massimo alla valorizzazione di tale criterio, al contrario di quanto avveniva per altri criteri, consentendo in via del tutto astratta che essa fosse sufficiente, indipendentemente da altri fattori, a determinare l’attribuzione dell’alloggio”.

Nel disegno di legge presentato si propone quindi uno specifico comma che si andrebbe ad aggiungere al testo attualmente in vigore -specificano ancora i consiglieri- “per sanare la situazione evidenziata dal Tribunale di Ferrara, introducendo due contrappesi rispetto all’utilizzo del criterio della residenzialità storica. Il primo prevede che alla valorizzazione di detto criterio venga posto un tetto massimo; il secondo che il punteggio massimo attribuibile a questa premialità non possa superare la sommatoria dei tetti massimi previsti per tutti gli altri criteri di valorizzazione. Con ciò verrebbe scongiurata la possibilità, anche solo teorica, che una residenza prolungata sul territorio comunale divenga, di per sé, sufficiente a prevalere su tutti gli altri criteri che possono concorrere a determinare l’assegnazione dell’alloggio”.

(Luca Boccaletti)

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