L’Emilia-Romagna diventi “Safe Place for Women”, un “luogo sicuro per le donne”. L’Assemblea legislativa ha approvato una risoluzione a prima firma Marcella Zappaterra (Pd) che chiede alla giunta regionale di aderire alla campagna per trasformare l’Emilia-Romagna in un luogo sicuro per le donne rafforzando ulteriormente le politiche pubbliche contro le violenze e le discriminazioni di genere. A favore hanno votato Pd, Avs, Civici con de Pascale, Movimento 5 Stelle; astenuti Fdi, FI, Rete civica e Lega.
“La Regione aderisca a “Safe place for Women”, spiega Zappaterra riferendosi al progetto lanciato dal Gruppo dei Socialisti & Democratici Europei al Comitato delle Regioni. “Siamo una regione che da oltre vent’anni investe sulle misure di contrasto alla violenza di genere, molte delle iniziative della campagna le facciamo già, ma entrare in una rete europea consentirebbe un utile scambio di buone prassi con altre importanti realtà. Servono campagne di informazione e sensibilizzazione, formazione degli operatori ma anche illuminazione pubblica e controllo dei territori”, sottolinea Zappaterra per la quale la campagna ha l’obiettivo di mettere al centro dell’agenda politica di Regioni e Comuni politiche concrete per rendere le città luoghi più sicuri contro la violenza di genere. “Regioni ed enti locali possono fare tanto per tradurre in azioni concrete il contrasto alla violenza di genere, che nell’Unione Europea è causa di morte per 50 donne alla settimana. Sono dodici le linee di intervento che la campagna promuove: si va da azioni per assicurare più sicurezza negli spazi pubblici e sui mezzi di trasporto fino alla garanzia di accesso ai servizi dedicati alle donne vittime di violenza. Non mancano sensibilizzazione ed educazione per contrastare la cultura della discriminazione”, sottolinea Zappaterra che ricorda come “l’Emilia-Romagna è una delle Regioni più impegnate a livello europeo su questo fronte, ma proprio per questo dobbiamo puntare ad obiettivi sempre più ambiziosi: anche nelle nostre città c’è un numero troppo alto di femminicidi e di violenze benché da decenni siamo in prima linea nel contrasto alle violenze di genere”.
La risoluzione è stata sottoscritta da un nutrito numero di consiglieri del Pd, a partire dal capogruppo Paolo Calvano. Un’ampia condivisione della risoluzione proposta da Zappaterra che ha trovato conferma, sui banchi del centrosinistra, nel dibattito in Assemblea legislativa: “Bisogna superare molte arretratezze a partire da una cultura maschilista imperante”, spiega Niccolò Bosi (Pd), mentre Fabrizio Castellari (Pd) ha ribadito come “la violenza contro le donne è una cosa vergognosa”. Dal canto suo Maria Costi (Pd) auspica che “tutti insieme possiamo lavorare per rendere più sicure le città per le donne: la festa dell’8 marzo deve essere davvero un momento in cui le donne abbiamo qualcosa da festeggiare”. Sulla stessa linea Simona Lembi (Pd): “L’Emilia-Romagna deve diventare un luogo sicuro per le donne e per essere un luogo sicuro per le donne deve essere un luogo libero dalle violenze. Purtroppo i numeri sulle violenze contro le donne sono preoccupanti e altrettanto preoccupa il tentativo di cancellare il concetto e il reato di femminicidio”. “Dobbiamo contrastare la violenza di genere applicando le leggi a tutela delle vittime evitando che siano ulteriormente stigmatizzate e al contempo vanno sostenuto i centri antiviolenza perché la violenza di genere non è una questione privata, ma che riguarda l’intera società”, spiega Vincenzo Paldino (Civici con de Pascale). “Purtroppo nella vita di ogni donna c’è l’esperienza di sentirsi dire che devono chiedere agli uomini il permesso per fare ogni cosa, bisogna cambiare e questa risoluzione va in questa direzione: chi pensa di abolire il reato di femminicidio sbaglia”, spiega Simona Larghetti (Avs), mentre Emma Petitti (Pd) ricorda come “l’Emilia-Romagna ha una legge sul tema dei diritti che fu approvata all’unanimità, occorre difendere i diritti e ci battiamo perché non vengano cancellati: è vero che abbiamo una premier donna, ma nelle classifiche internazionali che misurano l’impegno su questi temi l’Italia ha perso posizioni. Dobbiamo lavorare tutti insieme sulla prevenzione”. Per Lorenzo Casadei (Movimento 5 Stelle) “stiamo affrontando un tema come quello delle violenze di genere che ancora non è sconfitto e che lede i diritti delle persone, è una vergogna che nel 2025 dobbiamo ancora denunciare il sistema patriarcale: è inaccettabile che si minimizzino le discriminazioni”. “Ringrazio la consigliera Marcella Zappaterra per aver presentato questa risoluzione che ci permette di affrontare un tema importante che colpisce anche il nostro territorio: negli ultimi anni la comunità in cui vivo, Reggio Emilia, ha visto l’aumento delle richieste di aiuto da parte delle donne”, spiega Maria Laura Arduini (Pd). Dal canto suo Elena Carletti (Pd) ricorda come a Novellara, Comune di cui è stata sindaca, è stato istituito un “fondo intitolato a Saman Abbas che servirà per lavorare sull’educazione e sull’inclusione”, mentre Barbara Lori (Pd) ricorda “ogni azione, mobilitazione e iniziativa che rafforzi la rete delle alleanze per il contrasto alla violenza contro le donne va certamente sostenuta: per questo ho sottoscritto la risoluzione della collega Zappaterra, che ringrazio per il lavoro fatto”.
Dai banchi di Fratelli d’Italia, Annalisa Arletti (FdI) ha chiesto un cambio di passo per puntare sulla prevenzione sostenendo l’azione delle Forze dell’Ordine. Netto Alessandro Aragona (FdI) per il quale “nella migliore delle ipotesi questa risoluzione è un esercizio di stile, un momento di propaganda da poter sventolare come risultato in qualche consesso politico. Non è vero che senza questa risoluzione viviamo -spiega- in un mondo oscuro che non prevede i diritti delle donne”. Sulla stessa linea Ferdinando Pulitanò (FdI) per il quale “quello della violenza contro le donne è un tema serio e che va affrontato seriamente, ma sbaglia chi (dai banchi del centrosinistra, ndr) dice che ci sarebbe un disegno prestabilito per cancellare il reato di femminicidio. Ricordo che il Governo Meloni ha approvato molte misure a tutela delle donne”. Concetti ripresi anche da Priamo Bocchi (Fdi) che ha rimandato al mittente le accuse di sessismo e chiesto di entrare nel merito del problema e non approcciarsi in modo ritenuto ideologico.
“Nei confronti di noi donne ci sono troppi momenti di violenza esplicita e implicita che continuano in tutti i campi e a tutte le età e noi su questo dobbiamo essere chiare nella condanna di questo tipo di violenze”, spiega Elena Ugolini (Rete civica) che ricorda l’importanza del reddito di libertà per le donne oggetto di violenza: “E’ fondamentale”, afferma, e a sostegno Ugolini racconta come “proprio ieri sera una mia amica mi ha chiesto di venire ad abitare a casa mia perché subisce delle violenze dal marito ed essendo ancora all’interno della dichiarazione dei redditi del marito, che è benestante, non può percepire il reddito di libertà, io penso che sia fondamentale mettere le donne nelle condizioni di essere autonome e su questo penso ci possa essere una battaglia comune”.
“Forza Italia si asterrà su questa risoluzione come segno di disponibilità a lavorare insieme come ho fatto in questi giorni con le colleghe consigliere. Ho presentato degli emendamenti per ricordare quanto fatto in questi anni dalla Regione Emilia-Romagna sul tema del contrasto alla violenza di genere. Il mio auspicio è che dopo essere diventato luogo sicuro per le donne, l’Emilia-Romagna possa diventare luogo sicuro anche per altre persone”, spiega Valentina Castaldini (FI), che ha presentato emendamenti alla risoluzione Zappaterra che sono stati approvati dall’Assemblea.
(Luca Molinari)