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COMMERCIO. INSEDIAMENTI DI STRUTTURE DI MEDIA SUPERFICIE DI VENDITA, SI CAMBIA: VIA LIBERA IN COMMISSIONE

Per quelle fino a 5mila metri quadri, gli spazi di pertinenza (parcheggi, area scarico/carico merci, verde) passano da 1,5 a 2,5 ettari e lo strumento autorizzativo resta il Ptcp provinciale. L’assessore Corsini: “Adeguamento alle norme nazionali e Ue”. M5s: “Troppo potere ai Comuni, rischio liberalizzazione selvaggia”. Sel: “Si apre al consumo di suolo”. Pd: “Confronto su ricadute per territorio e ambiente nella commissione competente”

Insediamenti commerciali, si cambia: per strutture con superfici di vendita massima di 5mila metri quadri, gli spazi di pertinenza (parcheggi, area scarico/carico merci, verde) passano da 1,5 a 2,5 ettari e lo strumento autorizzativo resta il Piano territoriale di coordinamento provinciale (Ptcp). E’ quanto prevede la modifica alla delibera consiliare n. 1253 del 1999 (“Criteri di pianificazione territoriale e urbanistica riferiti alle attività commerciali in sede fissa in applicazione dell’art. 4 della L.R. n. 14 del 1999 ai fini della semplificazione dei procedimenti di autorizzazione delle medie strutture di vendita”) approvata oggi dalla commissione Politiche economiche, presieduta da Luciana Serri, con il sì del Pd, l’astensione di Sel, il no di Ln, M5s e Fdi-An.

La modifica, ha spiegato Andrea Corsini, assessore al Commercio, “si è resa necessaria per adeguare la disciplina alla sopravvenuta normativa comunitaria e nazionale in tema di liberalizzazione”. Pertanto, si prevede che “per l’insediamento di strutture commerciali di media superficie di vendita, vale a dire con superficie di vendita complessiva massima di 5.000 mq, la superficie territoriale di esclusiva pertinenza della struttura commerciale (parcheggi pubblici, pertinenziali e per veicoli merci, area carico/scarico merci, verde), debba passare da 1,5 ettari a 2,5 ettari”. Inoltre, “al fine di una valutazione congiunta degli impatti che tali scelte urbanistiche possono produrre sui differenti sistemi (viabilità e traffico, impermeabilizzazione dei suoli, adeguamento delle infrastrutture, etc.), lo strumento di autorizzazione continua a essere il Piano territoriale di coordinamento provinciale (Ptcp) o una apposita variante allo stesso”.

Gabriele Delmonte (Ln) ha chiesto “se la modifica avrà effetto anche sugli insediamenti cosiddetti misti, cioè che prevedono, oltre al commerciale, una residuale quota di edificato ad uso residenziale”. L’assessore ha risposto che “la validità della modifica è limitata ai soli insediamenti commerciali, dato che insediamenti urbanistici di altro genere sono regolati da apposita pianificazione”.

Tommaso Foti (Fdi-An) ha chiesto “se le Province devono adeguare i loro Ptcp alla delibera regionale”. Corsini ha chiarito che “la delibera è prescrittiva, pertanto non necessita di essere recepita dalla pianificazione provinciale attraverso una formale modifica”.

Giulia Gibertoni (M5s) ha espresso preoccupazione “per il fatto che i Comuni, grazie alla modifica, possono approvare insediamenti commerciali fino a 2,5 ettari senza bisogno di tenere conto della pianificazione provinciale e dell’autorizzazione della Provincia”. Ciò comporta “una spinta alla liberalizzazione selvaggia di insediamenti commerciali di medie dimensioni, a danno dei piccoli esercizi commerciali e delle botteghe, e un indebito impulso al consumo di suolo”.

“L’urbanistica- ha sottolineato Giorgio Pruccoli (Pd)– è materia di competenza della commissione Territorio, ambiente, mobilità. Chiedo quindi di avviare lì un confronto su tutte le ricadute per il territorio e l’ambiente della modifica in questione”.

Yuri Torri (Pd), pur comprendendo “la necessità di adeguare le norme regionali in materia di commercio alle nuove leggi vigenti”, ha espresso dubbi “su una modifica che apre al consumo di nuovo suolo”.

(lg)

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