Sanità e welfare

Fiazza (Lega): chiarire perché la Regione aumenta le tasse e non riapre i punti nascita

Il leghista vuole chiarezza sulle ultime scelte dell’amministrazione regionale

La Regione chiarisca perché a fronte di un aumento di Irpef, Irap, ticket sanitari e bollo auto non verranno riaperti i punti nascita nei Comuni montani e delle aree interne.

A chiederlo, in un’interrogazione, è Tommaso Fiazza (Lega) che ricorda come “il Presidente De Pascale ha annunciato una manovra di bilancio lacrime e sangue per i cittadini emiliano-romagnoli con aumenti dell’imposizione fiscale regionale che, a regime nel 2026, peseranno per
420milioni di euro annui sulle tasche dei contribuenti. Tale manovra è stata giustificata dalla necessità di sostenere la sanità pubblica evitando tagli ai servizi offerti: al contempo nel corso dell’audizione tenutasi lunedì 17 febbraio in Commissione Politiche per la salute e Politiche
sociali, il nuovo assessore alle politiche per la salute, Massimo Fabi, si è espresso, dichiarando che non saranno tenuti aperti i punti nascita “momentaneamente sospesi” e resteranno definitivamente chiusi i punti nascita già chiusi nel 2017, dei quali era stata promessa la riapertura in quanto mancherebbero le sufficienti condizioni di sicurezza per le donne e i bambini. Nello specifico, si parla del punto di nascita dei  Comuni di Borgo Val di Taro (PR), Guastalla (RE), Scandiano (RE), Castelnovo ne’ Monti (RE), Pavullo nel Frignano (MO), Mirandola (MO), Porretta Terme (BO) e Cento (FE)”.

Da qui l’atto ispettivo per chiedere alla giunta “come ritenga di conciliare l’annuncio di un aggravio dell’imposizione fiscale annua di 420 milioni di euro, giustificato come necessità per sostenere la sanità pubblica regionale, con la comunicazione dell’intenzione di procedere alla definitiva chiusura dei punti nascita di Guastalla (RE), Scandiano (RE), Mirandola (MO) e Cento (FE), temporaneamente sospesi in epoca Covid, e la rinuncia alla riapertura dei punti nascita di Borgotaro (PR), Castelnovo nè Monti (RE), Pavullo (MO) e Porretta Terme (BO), promesse
dall’ex Presidente della Regione Stefano Bonaccini”. Leghista vuole sapere se la decisione annunciata dalla giunta circa la chiusura dei punti nascita è stata prima condivisa durante le conferenze socio-sanitarie delle province interessate e in caso affermativo con quale esito.

Fiazza chiede inoltre quali eventi siano intervenuti dalle promesse dell’ex governatore Bonaccini, dalle rassicurazioni dei sindaci del Partito Democratico alle dichiarazioni del nuovo Assessore Fabi in merito al futuro dei punti nascita di montagna e delle aree periferiche della Regione e se in merito a questa decisione, in particolare per quanto riguarda il punto nascita di Guastalla, erano state date importanti rassicurazioni, allorquando il servizio fu sospeso con la trasformazione dell’ospedale in ospedale Covid.

Se la decisione annunciata dalla giunta circa la chiusura dei punti nascita è stata prima condivisa durante le conferenze socio-sanitarie delle province interessate e in caso affermativo con quale esito.

(Luca Molinari)

Sanità e welfare