Ambiente e territorio

Bilancio Regione: la casa al centro delle politiche sociali, 22 milioni per il prossimo triennio

In commissione Territorio e ambiente l’assessore Paglia ha presentato il piano per le politiche abitative. Tante le sollecitazioni da consigliere e consiglieri: dal recupero del patrimonio esistente alla tutela delle esigenze delle aree periferiche, dalle verifiche sul turnover negli alloggi Erp alla richiesta di una politica nazionale sulla casa

Mettere la casa al centro delle politiche sociali recuperando la quota di alloggi di Edilizia residenziale pubblica (Erp) inutilizzata a fronte di una richiesta sempre crescente. La Regione stanzierà a questo scopo 22 milioni di euro per il prossimo triennio. Già nel bando 2025 verranno messi a disposizione 9 milioni di euro.

In commissione Territorio e ambiente, presieduta da Paolo Burani, l’assessore alle Politiche abitative Giovanni Paglia ha fatto il punto sulle politiche abitative della Regione Emilia-Romagna sottolineando come “il tema casa negli ultimi anni abbia assunto un impatto considerevole”. Oltre all’obiettivo di raggiungere il 100% di utilizzo di alloggi Erp (oggi al 90% sulle 50mila unità presenti sui territori) Paglia ha precisato che “un’altra priorità sarà quella di implementare gli alloggi di Edilizia residenziale sociale (Ers), per soddisfare le esigenze di chi rientra in una fascia di reddito leggermente più elevata di chi ha diritto agli alloggi Erp, puntando sulla rigenerazione urbana e limitando il consumo di suolo”.

L’assessore ha poi toccato il tema ‘affitti brevi’: “Stiamo avviando il lavoro per impostare una normativa che li regoli, soprattutto nei territori dove più impattano con gli affitti standard. L’intenzione è intervenire in senso restrittivo per mettere al primo posto la possibilità di accesso alle case”. Paglia ha infine ricordato il Patto per la casa: “La Regione mette a disposizione fondi di garanzia per tutelare da eventuali danni chi è disponibile ad affittare alloggi a canoni calmierati. Stiamo lavorando a piccole modifiche della normativa sulla base dei ritorni avuti nelle prime esperienze. Il tema casa ha una trasversalità forte: accettare lavoro in certe zone dipende anche dalla possibilità di trovare casa”.

Da consigliere e consiglieri sono arrivate diverse sollecitazioni sull’argomento.

Francesco Sassone (FdI) ha evidenziato come “la tassazione sugli alloggi renda poco attrattiva la possibilità di locarli” e ha posto la questione del turnover nelle residenze Erp: “Gli alloggi di edilizia residenziale pubblica devono sopperire a esigenze temporanee per uscire da un disagio economico, per cui serve capire come avvengono le assegnazioni. Opportuno considerare l’uso di immobili del demanio non utilizzati per alloggi Erp”.

Per Alberto Ferrero (FdI) occorre aggiornare il sistema dei canoni concordati con sgravi fiscali per i proprietari, fermo al 20218, poiché quei parametri sono fuori mercato. Molte case tornerebbero a disposizione per sopperire alla cronica carenza di alloggi in affitto”.

Ludovica Carla Ferrari (Pd) ha posto il tema della riqualificazione energetica e antisismica che “deve essere effettuato nei prossimi anni”, e ha invitato “a tenere conto delle esigenze diverse nei territori periferici e di montagna che richiedono maggior flessibilità e anche solidità delle Acer stesse”.

Andrea Massari (Pd) ha ricordato che “metà degli alloggi Erp si trovano nei comuni di dimensioni piccole dove la prima emergenza sul tavolo degli amministratori è la certezza di un alloggio. Gli alloggi sfitti sono spesso figli di abuso di emergenza abitativa. Serve rendere comunicanti Erp ed Ers”.

Alice Parma (Pd) ha chiesto “se si stia tenendo conto degli aspetti del decreto ‘salva casa’ e del fenomeno degli affitti brevi”.

Per Nicola Marcello (FdI) “occorre uscire dalla logica di persone di partito alla presidenza delle Acer, meglio figure tecniche. Nei Piani urbanistici si dovrebbe imporre un limite di quota Erp ed Ers. La Regione potrebbe prevedere la riduzione dell’Irpef, per la parte relativa al canone concordato, per incentivare la locazione di alloggi sfitti”.

Per Giovanni Gordini (Civici con de Pascale) “ci troviamo in una fase in cui i diritti sono compressi, siamone consapevoli. Facciamo una fotografica della situazione per far sì che ci sia la possibilità di avere una casa”.

Fabrizio Castellari (Pd) ha evidenziato: “Grave che lo Stato da diversi anni non metta nulla sul Fondo per l’affitto. Si riscontrano tante difficoltà a trovare alloggi per i lavoratori. Il tema della casa è fondamentale anche per offrire nuove opportunità di lavoro e tenere insieme il sistema delle imprese”.

Per Vincenzo Paldino (Civici con de Pascale) “la mancanza di alloggi è riduttiva anche per l’inclusione nelle nostre città. Serve una riflessione seria sugli alloggi Erp: molti le occupano in base a graduatorie ma poi si trovano nelle condizioni di poter accedere ad alloggi di altra tipologia, per cui occorre ‘trasferirli’ sotto il controllo delle amministrazioni pubbliche”.

Anna Fornili (Pd) ha sottolineato come “la legge che azzera il consumo di suolo ha generato un aumento del prezzo di acquisto di case e materie prime. Visto che non esiste una politica abitativa a livello nazionale, serve dialogo con lo Stato perché servono un piano nazionale e risorse adeguate”.

Per Priamo Bocchi (FdI) “il fondo affitti non è stato rifinanziato nemmeno dai governi passati ma si supplisce con il Fondo morosità incolpevole. Se i 200 miliardi per il Superbonus 110% si fossero investiti per l’edilizia popolare, forse si sarebbe fatto fronte all’emergenza abitativa. Interessante conoscere quanti stranieri e quanti italiani hanno partecipato ai bandi per gli alloggi Erp”.

Elena Ugolini (Rete Civica) ha ribadito “l’urgenza di mettere in atto azioni per favorire la possibilità di affitto ai giovani”.

(Lucia Paci)

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