“Agire in tutte le sedi più opportune perché il reato di cui all’articolo 4 della cosiddetta legge Scelba sia integrato anche con riferimento alla vendita e diffusione di beni, gadget o oggetti vari con immagini del regime fascista e nazista, in tutte le differenti modalità in cui essa può avvenire”. E “attivarsi affinché il reato di apologia del fascismo venga inserito nel codice penale, consentendo così la repressione dei reati specifici legati alla riproduzione di atti, linguaggi e simboli del nazifascismo”. A chiederlo, attraverso una risoluzione presentata all’Assemblea legislativa, sono Pd, Sel e AltraER; prima firmataria del documento Nadia Rossi (Pd).
“La Legge 645/1952 (legge Scelba)- sottolineano i consiglieri- vieta espressamente la ricostituzione del partito fascista, e all’articolo 4 prevede una specifica fattispecie penale, quella di apologia del fascismo. Il commercio e la diffusione di tali beni e prodotti, evocanti il regime nazista e fascista, ha una funzione evidentemente propagandistica integrando perfettamente il reato di apologia di fascismo. Emerge con forza la necessità di contrastare la diffusione propagandistica dei principi, fatti e metodi del fascismo”.
(Tutti gli atti consiliari – dalle interrogazioni alle risoluzioni, ai progetti di legge – sono disponibili on line sul sito dell’Assemblea legislativa al link: http://www.assemblea.emr.it/attivita-legislativa)
(cr)