“Allargare anche alle parafarmacie i servizi di prenotazione CUP”.
A sollecitare la giunta in tal senso è il consigliere di Alleanza Verdi Sinistra Paolo Trande per il quale “la discriminazione tra farmacie e parafarmacie non trova giustificazione nel vigente quadro normativo. Le parafarmacie sono state promosse per favorire la libertà di scelta del consumatore con il medesimo spirito con cui è stata liberalizzata la vendita al pubblico presso gli esercizi commerciali di farmaci da banco o di automedicazione e di tutti i farmaci o prodotti non soggetti a prescrizione medica”.
Stante la situazione descritta, il consigliere chiede alla giunta di agire anche in sede di Conferenza Stato-Regioni “per sollecitare il governo a un intervento di carattere legislativo al fine di orientare in senso pro-concorrenziale la disciplina nazionale e regionale sui servizi di prenotazione di visite mediche specialistiche tramite CUP e servizi connessi, ampliandone l’affidamento anche alle parafarmacie”. In via più generale, infine, il quesito per capire “se la Regione abbia intenzione di concordare con le associazioni di categoria un accordo regionale per fare in modo che i servizi richiamati nell’interrogazione possano essere svolti anche dalle parafarmacie”.
Rispondendo ai quesiti, l’assessore alle politiche per la Salute Massimo Fabi ha chiarito che “con l’emergenza Covid la Corte Costituzionale ha ribadito chiaramente come le farmacie siano parte integrante del Servizio Sanitario Nazionale che erogano un servizio pubblico, mentre le parafarmacie sono semplici attività commerciali. In seguito a questa pronuncia, è stata quindi riconosciuta la discrezionalità alle varie Regioni di aprire i servizi Cup alle parafarmacie e l’Emilia-Romagna per il momento ha deciso di non percorrere questa via ma di basare il potenziamento dei servizi offerti a strumenti informatici quali CupWeb e Fascicolo Sanitario Elettronico che garantiscono maggiore autonomia agli utenti. L’estensione dei servizi alle parafarmacie, poi, sebbene non quantificata puntualmente, comporterebbe un certo costo per installare le necessarie dotazioni informatiche a tali attività per garantire l’operatività”.
Paolo Trande, rispondendo al titolare regionale alla Sanità che aveva anche sottolineato il lavoro della Regione per garantire la capillarità del servizio farmaceutico su tutto il territorio, ha ribadito “che permane il problema del riconoscimento professionale dei farmacisti che non hanno la possibilità di accedere alla titolarità di una farmacia, così come rimane il tema dei consumatori, perchè ad oggi le farmacie offrono ben altro rispetto ai soli farmaci. Confido che nell’immediato futuro si possa valutare quanto meno un’estensione almeno parziale dei servizi CUP alle parafarmacie nei luoghi più scoperti della nostra Regione”.
(Luca Boccaletti)