Il centrosinistra promuove il documento in quanto tiene insieme sviluppo e coesione sociale, il centrodestra lo boccia poiché insufficiente e incapace di risolvere i veri problemi dell’Emilia-Romagna. Con il voto favorevole di Pd, Avs, Civici con de Pascale e Movimento 5 Stelle e quello contrario di FdI, FI, Rete civica e Lega, l’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna, dopo un lungo dibattito inziato in mattinata, a tarda sera ha approvato il Defr 2025, il Documento di programmazione economica e finanziaria della Regione che fissa le priorità di governo per i prossimi anni: difesa della sanità pubblica, impegno per il welfare, cura del territorio duramente colpito dalle alluvioni del 2023 e del 2024, sostegno al trasporto pubblico locale e politiche abitative, i punti salienti.
L’Assemblea ha anche approvato alcuni dei 18 ordini del giorno presentanti, fra questi quelli che impegnano la Giunta a tutelare il personale sanitario dalle aggressioni (Civici con de Pascale, Avs, Pd), a sostenere l’attività delle Comunità educanti con i carcerati sul modello di quanto già fa l’Associazione Papa Giovanni XXIII (FI-FdI-Pd-Avs-M5s-Lega-Rete civica-Civici con de Pascale), a sostegno dello sviluppo dell’Appennino e delle aree interne (Pd), a monitorare l’attività del sistema sanitario in merito all’applicazione del bilancio e dell’assestamento di bilancio (Lega, Rete civica), la proposta di un Piano per l’occupazione femminile, una misura di Gender Procurement negli appalti pubblici e un Piano per l’Uguaglianza regionale (Pd), e la richiesta di una legge per regolamentare gli affitti brevi (Pd).
Il voto è arrivato dopo un lungo confronto fra le forze politiche e il voto di 105 emendamenti.
“Servono interventi strutturali nei fiumi di Piacenza, in Valnure. Siamo di fronte ad annunci, ma servono fatti e non solo promesse. Servono anche altri interventi per la cura del territorio”, spiega Giancarlo Tagliaferri (FdI) che ricorda come “la nuova giunta ha aumentato le tasse: ora deve intervenire davvero per la cura del territorio, pianificando velocemente interventi per evitare che le nuove risorse richieste dei cittadini vengano spazzate via dalle piene”.
Per Pietro Vignali (FI) “questa manovra di Bilancio ha provocato le critiche dei corpi intermedi che non sono stati consultati: non mi pare il modo migliore di cominciare la legislatura, soprattutto per chi si riempie sempre la bocca con la parola partecipazione. Il Defr parla solo di dati generali senza dire come si vogliono gestire le politiche pubbliche. L’unica cosa chiara è che la Regione ha aumentato le tasse in maniera consistente”.
“Il Defr è la conferma delle contraddizioni delle linee di mandato del presidente de Pascale “, spiega Alessandro Aragona (FdI) che ha ricordato il valore degli emendamenti e degli ordini del giorno presentanti dal centrodestra, sottolineando come “vogliamo la tutela del nostro territorio, vogliamo sostenere il turismo e creare le condizioni per impedire le aggressioni ai danni del personale sanitario. Vorrei che si creasse il brand ‘Reggio Emilia città del tricolore'”.
“Il Defr e il Bilancio sono il manifesto politico della maggioranza che ha deciso di gravare sui cittadini attraverso l’aumento delle tasse, volendo tra l’altro convincere i cittadini che queste sono scelte giuste”, sottolinea Luca Pestelli (FdI).
Valentina Castaldini (Forza Italia): “Questo documento è la fotografia di un’amministrazione che non sceglie. Non c’è coraggio, non c’è un passo verso il cambiamento, non c’è alcun taglio ma solo aumenti di spesa, non viene detto cosa non funziona, cosa è antieconomico. L’Emilia-Romagna non è più trainante, serve puntare sull’innovazione”.
Elena Ugolini (Rete Civica): “Prima di aumentare tasse e imposte sarebbe stato opportuno domandarsi come vengono utilizzate le risorse a disposizione. E’ impossibile che non ci sia un margine di miglioramento, serve ripensare le politiche regionali, c’è un problema di metodo, c’è poco confronto, si fa finta di coinvolgere, serve invece una nuova visione. La politica deve ascoltare, non dobbiamo ogni volta fare finta di essere i primi della classe, i numeri non sempre sono positivi”.
Per Maria Laura Arduini (Partito democratico) “la sfida del Defr è la cura delle persone, in tutti gli ambiti. Si tratta di una presa di posizione politica, perché il governo nazionale sta smontando pezzo dopo pezzo il diritto a una sanità pubblica universale. La Regione Emilia-Romagna non ci sta e con questo documento si danno risposte, si imposta una politica coraggiosa che rimette al centro le persone”.
Interviene, poi, Lorenzo Casadei (Movimento 5 Stelle): “Stiamo approntando un’azione progressista indispensabile per affrontare le sfide, in uno scenario internazionale segnato dal riarmo generalizzato. Serve invece investire per il benessere concreto della popolazione; c’è un cambio di passo della Regione Emilia-Romagna, dalla salute al welfare. Serve un modello di sviluppo davvero sostenibile, con al centro il tema della sicurezza ambientale, e questo documento rappresenta un’opportunità per garantire un futuro più equo”.
“Siamo molto preoccupati dal costante calo della produzione industriale di questo Paese, la Spagna che, contrariamente al nostro governo, ha fatto scelte economiche diverse, viaggia con tassi di crescita dell1,2%”, spiega Paolo Calvano (Pd) che sottolinea come “la premier Meloni parlando dell’Emilia-Romagna ha detto che è l’area trainante del Paese, ma siamo abituati al fatto che la premier dica cose diverse da quelle che i rappresentanti del suo partito dicono in quest’Aula. Meloni deve, nell’interesse dell’Emilia-Romagna, prendere le distanze dalle politiche di Trump, ma, purtroppo da parte del nostro governo, non c’è né la forza, né la volontà di prendere le distanze dalle politiche di Trump. Tra noi e il centrodestra ci sono differenze nette, ma nonostante questo anche in questo Defr non rinunciamo a collaborare su temi strategici per la nostra Regione e su un tema importante come la questione demografica. Il governo dice che non aumenta le tasse dei cittadini, ma le sue politiche costringono gli enti locali, anche Comuni governati dal centrodestra come Ferrara, ad aumentarle. Noi difendiamo la sanità pubblica e lo facciamo per i cittadini: noi pensiamo alle persone più fragili e allo stesso tempo vogliamo creare delle opportunità, vogliamo dare alle persone l’opportunità di vivere e restare nei territori dove sono nati, a partire da chi è nato in Appennino e nelle aree interne. Vogliamo che ci sia un ascensore sociale per tutti”.
“La montagna regionale è una risorsa preziosa per l’intera comunità, questo emerge anche dagli obiettivi del Defr e dagli impegni che ci auguriamo potranno essere ulteriormente rafforzati anche con le azioni future. La montagna è una risorsa sotto il profilo ambientale, sociale, economica e anche culturale”, spiega Barbara Lori (Pd) che ricorda come “abbiamo la necessità di lavorare per tutelare il nostro Appennino, con iniziative quali il preservare le produzioni artigianali e agricole nonché il settore agroalimentare di pregio”.
“Il Defr si inserisce in un contesto nazionale e internazionale che ci preoccupa, per questo serve molto coraggio”, spiega Emma Petitti (Pd) che ricorda come “i salari italiani hanno perso gran parte del loro potere d’acquisto. Dobbiamo difendere i diritti delle persone come il diritto alla cura, il diritto al lavoro e il diritto alla casa. Riguardo a questo ambito è importante una legge che disciplini gli affitti brevi per garantire il diritto alla casa per tutti”.
“Serve cambiare modalità di gestione dei boschi e delle foreste, che hanno sia una forte finalità ecologica, sia un aspetto di sviluppo economico; serve un cambio di cultura nella gestione dei boschi, quando avverrà ci saranno benefici anche dal punto di vista economico per le nostre comunità”, spiega Marco Mastacchi (Rete civica), mentre Giovanni Gordini (Civici con de Pascale) invita a potenziare l’attività formativa del personale sanitario.
(Cristian Casali e Luca Molinari)