Miniere di dati dal punto di vista storico e archeologico, le grotte censite sul territorio emiliano-romagnolo sono più di un migliaio. A curare i dettagli e le informazioni su questi luoghi è la Federazione speleologica regionale dell’Emilia-Romagna (Fsrer) con la quale la Regione Emilia-Romagna ha stabilito un’apposita convenzione. La commissione Territorio e ambiente, presieduta da Paolo Burani, ha espresso parere favorevole allo schema di delibera di giunta sulla convenzione tra Regione Emilia-Romagna e Fsrer per la conservazione e aggiornamento del catasto delle grotte, delle cavità artificiali e delle aree carsiche e per la realizzazione di studi e pubblicazioni di carattere geologico e speleologico aventi per tema la conoscenza, valorizzazione e la tutela dei geositi, delle aree carsiche e del patrimonio ipogeo.
La cornice è la legge regionale 9 del 2006 che prevede un catasto delle grotte e delle aree carsiche. La modalità di gestione e accesso al catasto sono definite con atto di giunta così come le regole per l’assegnazione di contributi. Attualmente sono state censite e accatastate, a cura della Federazione speleologica, più di mille grotte e sul sito della Regione Emilia-Romagna sono a disposizione schede e descrizioni. Trattandosi di materia ambientale l’aspetto divulgativo deve essere garantito. Alla Federazione speleologica, che si occupa anche di pubblicazioni scientifiche, vengono erogati 15mila euro all’anno; trattandosi di un servizio basato sul volontariato, non viene retribuito come attività di tipo economico ma la Regione se ne giova per l’aggiornamento del catasto.
La convenzione ha una validità di tre anni dalla data della sua sottoscrizione e prima della scadenza potrà essere rinnovata per altri tre anni.
(Lucia Paci)
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