La riapertura, negli ospedali di montagna, dei punti nascita che, sulla base del decreto del ministro della Salute emanato nei scorsi giorni, hanno i requisiti per rientrare nella sperimentazione di una ripresa dell’attività anche se non raggiungono i 500 parti annui, a condizione che vengano mantenuti gli standard di qualità e di sicurezza previsti dalla normativa, è oggetto di una interrogazione presentata da Raffaella Sensoli (M5s).
Il decreto ministeriale, evidenzia la consigliera, “è la pre-condizione per introdurre anche in Italia modelli sperimentali di erogazione del servizio di ostetricia già esistenti in altre zone montane d’Europa, quali Svizzera, Austria e Germania, nelle quali, come ha più volte proposto il nostro gruppo assembleare, lo standard non è legato al numero dei parti per singolo plesso ospedaliero, ma è affidato alla formazione e all’elevata casistica delle equipe mediche e infermieristiche che svolgono il servizio, consentendo, in tal modo, di contemperare il diritto di nascere in montagna col diritto di farlo in condizioni di assoluta sicurezza e qualità”.
Sensoli, pertanto, chiede alla Giunta regionale “se non ritenga opportuno rivedere le proprie scelte e avviare da subito la richiesta di deroga al ministero per tutti i punti nascita che rientrano nei requisiti previsti dal decreto”. Domanda, infine, “se non ritenga opportuno provvedere alla riapertura immediata del punto nascita dell’Ospedale Costa di Porretta Terme (oggi Alto Reno Terme), riattivando la struttura e riportando la strumentazione trasferita in altri plessi, in particolare la vasca per il parto in acqua, inaugurata nel 2002 e costata 17 mila”.
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(lg)