Sanità e welfare

Chiusure, delocalizzazioni e marchio “Slot free E-R”, così la Regione ha contrastato il gioco d’azzardo

La commissione Sanità e welfare ha fatto il bilancio sulla legge regionale contro la dipendenza da gioco d’azzardo

Oltre 60 mila emiliano-romagnoli sono ad alto rischio per gioco d’azzardo patologico; il giro d’affari stimato lungo la via Emilia nel solo 2023 ammonta a 9 miliardi di euro giocati. Le strutture regionali competenti hanno in cura quasi 1.300 persone, cifra che secondo le statistiche è meno del 10% del reale numero dei malati; l’età più critica sono i 48 anni, benché uomini e donne siano colpiti dal problema in pari modo; l’80% delle persone in cura è uomo e, a conferma dell’entità del problema, dal 2021 sono in cura anche dei minori. L’Emilia Romagna riceve dallo stato 3,2 milioni di euro per progetti anti-gioco d’azzardo. Il dato è emerso nel corso della commissione Sanità presieduta da Gian Carlo Muzzarelli che ha fatto il bilancio delle attività previste dalla legge regionale del 2013.

Dall’approvazione della legge regionale contro il gioco d’azzardo del 2013, la Regione Emilia-Romagna ha contrastato i pericoli della ludopatia a esso legati con iniziative e progetti quali marchio “Slot free E-R” per le attività commerciali che non accettano “macchinette” o altre forme di gioco d’azzardo, chiusura o delocalizzazione delle un’attività collegate al gioco d’azzardo ubicate entro un raggio di 500 metri da luoghi sensibili quali scuole, teatri, biblioteche, con il conseguente dimezzamento di questi locali passati da 2.615 a 1.434 (-45.2%). Corsi e progetti mirati a tutelare la popolazione dal rischio dipendenza.

Scorrendo il bilancio della legge si vede che 63 Comuni emiliano-romagnoli hanno applicato norme che prevedono un restringimento degli orari di apertura dei luoghi dove si gioca d’azzardo e 85 Comuni hanno istituito l’elenco dei luoghi “Slot free E-R”, alla luce dei quali 607 locali sono stati insigniti dell’omonimo marchio. Sono 225 i provvedimenti di chiusura di attività commerciali, 438 attività hanno chiuso e 69 si sono delocalizzate. Alcune province hanno visto la completa chiusura di tutte le attività, notificate tramite provvedimento, mentre in altri territori non tutti gli esercizi hanno chiuso in seguito ai provvedimenti emanati. La quota più elevata di chiusure effettive si è registrata nella provincia di Bologna (50 attività), seguita da Ravenna (20) e Modena (19).

“Siamo molto preoccupati dal fenomeno: c’è un’onda che preoccupa. Dobbiamo salvare queste persone che si stanno autodistrggendo. Serve una linea unica del sistema Paese su questo tema”, spiega il presidente Muzzarelli, mentre Paolo Trande (Avs) chiede quali siano gli effetti della pubblicità sull’aumento della ludopatia e si dice preoccupato dall’ipotesi che il governo riduca da 500 a 200 i metri di distanza tra sale giochi e luoghi sensibili e che venga permesso alle società che fanno scommesse di sponsorizzare squadre di calcio.

Per Priamo Bocchi (FdI) il tema ludopatia è importante e va affrontato, ma sottolinea come la maggior parte delle scommesse riguarda settori come “i gratta e vinci” e l’online sui quali la legge regionale non può fare molto.

“Bisogna mantenere le attuali distanze tra sale giochi e luoghi sensibili e attivarsi per i giovani”, spiega Maria Costi (Pd). Sulla stessa linea Lodovico Albasi (Pd) per il quale “il governo sta sottovalutando il problema ludopatia, che è in crescita visto l’aumento della povertà”, e Carla Ludovica Ferrari (Pd) per la quale “occorre un’azione politica per salvare persone, famiglie e giovani dai rischi del gioco d’azzardo”.

“La Regione Emilia Romagna in questi anni ha operato in maniera efficace per affrontare un fenomeno enorme, molto più grande di noi”, sottolinea Raffaele Donini (Pd).

“Per agire nella maniera più efficace occorre capire le peculiarità della ludopatia in Emilia Romagna rispetto al resto d’Italia e si deve aumentare l’impegno a tutela dei giovani a partire dalla scuola e dal ruolo della famiglia e del mondo associativo”, spiega Nicola Marcello (FdI) che ricorda come il governo Meloni abbia previsto a livello nazionale 94 milioni di euro per il contrasto a ludopatie e problemi affini.

Anna Fornili (Pd) ribadisce l’importanza di mantenere distanze ampie tra sale giochi e luoghi sensibili, mentre Alice Parma (Pd) invita a concentrarsi non solo su chi è affetto da ludopatia, ma anche sugli interi nuclei familiari.

(Luca Molinari)

Sanità e welfare