Sanità e welfare

SANITÀ. CENTRI NASCITA IN MONTAGNA, M5S: ORA È POSSIBILE EVITARE LE CHIUSURE, LA REGIONE INVII SUBITO LE RICHIESTE DI DEROGA AL MINISTERO

In una risoluzione, prima firmataria Raffaella Sensoli, i consiglieri invitano la Giunta ad agire dopo che un recente decreto ministeriale rende possibile una sperimentazione nelle aree montane di punti nascita con numeri inferiori ai 500 parti all’anno. In particolare chiedono la riapertura della Centro di Porretta Terme (Bo)

Ora che il decreto firmato dal ministro della Salute apre alla possibilità di sperimentare nelle aree montane il mantenimento di punti nascita anche con meno di 500 parti all’anno, a condizione che vengano mantenuti gli standard di qualità e di sicurezza previsti dalla normativa, la Giunta regionale avvii subito la richiesta di deroga al ministero per tutti i punti nascita dell’Emilia-Romagna che ne hanno i requisiti. È quanto chiedono i consiglieri del Movimento 5 Stelle con una risoluzione prima firmataria Raffaella Sensoli- nella quale, in particolare, si impegna poi l’esecutivo regionale a valutare la riapertura del punto nascita dell’ospedale di Porretta Terme, nell’appennino bolognese.

Sul mantenimento dei punti nascita in particolare delle zone montane, i consiglieri M5s ricordano di aver presentato altri atti ispettivi e di indirizzo convinti della necessità di un adeguamento dell’attuale normativa tale da consentire una effettiva rispondenza alle esigenze della popolazione ed evitare così di dover considerare il solo numero dei parti effettuati in una struttura come unico discrimine per il mantenimento o meno della stessa. “Il decreto ministeriale- sottolineano Sensoli e colleghi- è la pre-condizione per introdurre anche in Italia modelli sperimentali di erogazione del servizio di ostetricia già esistenti in altre zone montane d’Europa, come Svizzera, Austria o Germania, nei quali- come aveva proposto il gruppo consiliare del Movimento 5 Stelle- lo standard non è legato al numero dei parti per singolo plesso ospedaliero, ma è affidato alla formazione e alla elevata casistica delle equipe mediche e infermieristiche che svolgono il servizio, consentendo in tal modo il contemperamento tra il diritto di nascere in montagna e il diritto di farlo in condizioni di assoluta qualità e sicurezza”. Di qui la richiesta, anche considerato che “rispetto alla qualità nazionale dei punti nascita- sottolineano i consiglieri- quelli presenti in Emilia-Romagna sono generalmente di qualità superiore, come emerge da tutti gli studi esistenti, grazie soprattutto alla grande professionalità degli operatori sanitari”.

(Tutti gli atti consiliari – dalle interrogazioni alle risoluzioni, ai progetti di legge – sono disponibili on line sul sito dell’Assemblea legislativa al link: http://www.assemblea.emr.it/attivita-legislativa)

(is)

 

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