Parlamento e governo garantiscano l’effettivo esercizio del diritto di voto ai cittadini temporaneamente domiciliati in un comune diverso da quello di residenza.
A chiederlo è una risoluzione del Partito democratico a firma Maria Laura Arduini (prima firmataria), Anna Fornili, Barbara Lori, Francesco Critelli, Valentina Ancarani, Luca Quintavalla, Daniele Valbonesi, Eleonora Proni, Matteo Daffadà, Andrea Costa, Niccolò Bosi, Fabrizio Castellari, Marcella Zappaterra, Maria Costi, Ludovica Carla Ferrari, Elena Carletti, Francesca Lucchi, Paolo Calvano, Luca Sabattini e Alice Parma.
“La legislazione elettorale italiana presenta una grave lacuna normativa che penalizza lavoratori, studenti e persone in mobilità temporanea, imponendo loro l’obbligo di recarsi fisicamente nel comune di residenza per poter esercitare il diritto di voto”, spiegano i democratici, per i quali “l’assenza di strumenti alternativi, come il voto per corrispondenza o il voto anticipato, costringe questi elettori a dover scegliere tra adempiere ai propri doveri e necessità personali o esercitare il proprio diritto di partecipazione democratica, con il rischio concreto di una significativa riduzione dell’affluenza alle urne”.
La risoluzione impegna la giunta “a sollecitare il Parlamento e il governo affinché adottino in tempi celeri una normativa che garantisca l’effettivo esercizio del diritto di voto ai cittadini temporaneamente domiciliati in un comune diverso da quello di residenza per motivi di studio, lavoro, cure mediche o assistenza a familiari in qualità di caregiver, introducendo strumenti adeguati come il voto per corrispondenza, il voto anticipato o altre modalità che assicurino l’accessibilità al voto a tutti i cittadini e a promuovere, in collaborazione con le altre Regioni, anche per il tramite della Conferenza delle Regioni, un’azione congiunta per sensibilizzare le istituzioni nazionali sulla necessità di superare l’attuale lacuna normativa, sottolineando il principio costituzionale di uguaglianza”.
Il Pd vuole inoltre che si sostengano iniziative di informazione per sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza del diritto di voto per i cittadini fuori sede.
(Luca Molinari)
La comunicazione istituzionale del Servizio informazione dell’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna dal 12 aprile 2024 è soggetta alle disposizioni in materia di “par condicio” (legge 28/2000)