Sanità e welfare

Question time Tagliaferri (FdI): “Commissariare l’Ausl di Piacenza”

La richiesta arriva a seguito del gravissimo caso relativo al primario di Radiologia dell’ospedale di Piacenza, arrestato con l’accusa di aver compiuto abusi sessuali su colleghe durante l’orario di servizio.

Disporre il commissariamento dell’Ausl di Piacenza, alla luce del gravissimo caso relativo al primario di Radiologia dell’ospedale di Piacenza, arrestato con l’accusa di aver compiuto almeno 32 abusi sessuali su colleghe durante l’orario di servizio.

E’ quanto chiede il consigliere di Fratelli d’Italia Giancarlo Tagliaferri, con un’interrogazione in aula, sottoscritta anche dal collega Nicola Marcello.

Nell’atto ispettivo si chiede inoltre “per quale motivo la direttrice generale non abbia sospeso il direttore sanitario almeno in funzione cautelativa” e “quali misure concrete siano state assunte, dopo le prime segnalazioni, per garantire giustizia alle vittime e ripristinare un ambiente di lavoro sano, sicuro e rispettoso della dignità delle persone”.

“L’inchiesta ha rivelato un clima lavorativo descritto come omertoso e complice, in cui le
vittime temevano ritorsioni e isolamenti” spiega Tagliaferri che ripercorre la vicenda, evidenziando la necessità che “la Regione Emilia-Romagna riconsideri il rapporto fiduciario con l’attuale conduzione aziendale”.

Tagliaferri è critico anche rispetto all’atteggiamento del centrosinistra che “al di là delle solite dichiarazioni di solidarietà e dell’annuncio di una immediata verifica interna, si sofferma solo a chiedere la riorganizzazione del reparto. La montagna che partorisce un topolino”.

Il consigliere ricorda che, al recente episodio, si aggiungono “altri due casi eclatanti avvenuti nella stessa Ausl: l’arresto di un medico di base per spaccio di oppiacei, truffa e corruzione e l’indagine su una dottoressa del pronto soccorso per l’uso illecito di farmaci oppiacei e falsificazione di ricette. Sono inoltre pervenuti tre avvisi di garanzia a seguito di ispezioni dei NAS negli anni 2023 e 2024 che hanno portato alla chiusura di svariate strutture che svolgevano compiti riabilitativi per centinaia di minori senza essere autorizzate e senza corrispettivo bando di gara”.

A rispondere in aula è stato l’assessore alle Politiche per la salute, Massimo Fabi.

“Al di là dei giudizi politici, noi non ci nascondiamo dietro un dito – ha detto -. Basta un solo singolo episodio e noi siamo pronti a intervenire, come ha fatto l’Ausl, per supportare la persona che ha avuto il coraggio di denunciare, ma anche per identificare, a supporto delle attività istruttorie, eventuali sacche di omertà. Come giunta vogliamo ricercare la massima condivisione nelle azioni da mettere in campo per tutelare la dignità dei professionisti, secondo un sistema che preveda l’utilizzo efficace del Comitato unico di garanzia e della Consigliera di fiducia, ma anche la pianificazione di azioni positive”.

Tagliaferri si è detto insoddisfatto della risposta. “L’imbarazzo del centrosinistra è stato evidente quando l’inchiesta ha messo in luce un clima omertoso – conclude -. In quella fase, avete preferito dichiarazioni generiche senza un minimo di empatia. Poi è arrivata la conferenza stampa della direzione generale che si auto-lodava per il supporto reso al medico denunciante. Ma che dire degli altri episodi registrati sempre nell’Ausl di Piacenza? E’ ora che la commissione Sanità prenda in mano la questione delle violenze e dei soprusi in ambito sanitario, varando un serio piano di audizioni”.

(Brigida Miranda)

La comunicazione istituzionale del Servizio informazione dell’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna è soggetta alle disposizioni in materia di “par condicio” (legge 28/2000)

Sanità e welfare