L’Assemblea legislativa regionale ha approvato il progetto di legge d’iniziativa della Giunta sulle “Norme di semplificazione della disciplina regionale in materia di demanio marittimo. Modifiche alla legge regionale 31 maggio 2002, n. 9”, composto da 9 articoli, di cui erano relatori, rispettivamente di maggioranza e di minoranza, Mirco Bagnari (Pd) e Massimiliano Pompignoli (Ln). Hanno votato a favore Pd e Sel, mentre si sono astenuti i Ln, M5s, Fi e Fdi-An. Sono stati presentati vari emendamenti: uno dalla Giunta, a firma congiunta degli assessori Andrea Corsini e Emma Petitti, uno dal Pd, a firma Mirco Bagnari, 2 da Tommaso Foti (Fdi-An), 2 dalla Ln, primo firmatario Massimiliano Pompignoli, e 3 dal M5s, due a firma Raffaella Sensoli e Andrea Bertani e uno a firma Bertani. Presentato anche un ordine del giorno da Pd e Sel, primo firmatario Bagnari.
Mirco Bagnari (Pd), relatore di maggioranza, illustrando i punti salienti del progetto di legge, ha evidenziato come l’obiettivo “sia completare il passaggio di funzioni dalla Regione ai Comuni con la duplice finalità di adeguare la normativa regionale alle modifiche introdotte in materia a livello statale e comunitario e rafforzare l’operatività del Distretto turistico della costa mediante nuovi strumenti di semplificazione amministrativa”. A titolo d’esempio, “fermo restando il ruolo di governo della Regione in materia di demanio, che esercita il potere di indirizzo attraverso l’emanazione di direttive vincolanti sugli usi del demanio per finalità turistico-ricreative e per le finalità del settore dell’acquacoltura,” ai Comuni viene assegnato il compito “di autorizzare interventi di ripascimento del litorale senza più bisogno di richiedere apposita concessione alla Regione, così come di assoggettare il piano per l’arenile al Rue (Regolamento urbanistico ed edilizio) e non più al Poc (Piano operativo comunale), rafforzandone l’operatività”. Infine, ha concluso il relatore, “viene istituita la Cabina di regia regionale per il Distretto turistico della costa, finalizzata a garantire la concertazione fra le istituzioni pubbliche coinvolte nell’attuazione, e nell’eventuale modifica, della normativa in materia”.
Massimiliano Pompignoli (Ln), relatore di minoranza, ha apprezzato “le misure di semplificazione e sburocratizzazione introdotte dalla riforma” ma ha espresso dubbi “sulla scelta della Giunta di legiferare in materia di demanio senza attendere la soluzione della vertenza sulla direttiva Bolkestein, figlia della smania da ‘primi della classe’ da cui è animata la Regione”. Inoltre, ha richiamato le criticità della riforma, quali “l’eccesivo accentramento dei poteri della Regione in capo alla Giunta, con un sostanziale ridimensionamento dell’Assemblea legislativa e dell’importante funzione di partecipazione democratiche da essa garantita; l’eccesivo trasferimento di funzioni ai Comuni, col rischio di difformità e discrezionalità interpretative della legge regionale; la composizione della Cabina di regia, nella quale c’è molta Giunta regionale, poca Assemblea legislativa e ancor meno rappresentanza dell’opposizione”.
Raffaella Sensoli (M5s), affermando “di nutrire perplessità sulla fuga in avanti della Giunta e di ritenere che semplificare non significhi liberalizzare”, ha criticato “il passaggio dal Poc al Rue per quanto attiene il piano per l’arenile, che espone al rischio di scelte liberiste pericolose per l’ambiente, e l’eccessiva autonomia conferita ai Comuni, che può generare disomogeneità nell’applicazione della norma e far perdere alla Regione la fondamentale vista d’insieme”.
Yuri Torri (Sel) ha sottolineato “gli elementi positivi della riforma, che coniuga la semplificazione e la sussidiarietà con la tutela della costa sia sotto il profilo ambientale sia sotto l’aspetto economico”. Si tratta, ha concluso, “di uno strumento legislativo importante che, in caso di modifiche del quadro normativo nazionale ed europeo, potrà essere adeguato senza problemi”.
L’assessore al Turismo e commercio, Andrea Corsini, ha evidenziato i punti salienti della riforma, quali “il completamento del processo istituzionale avviato alla fine degli anni ’90, la semplificazione delle procedure di richiesta di aree demaniali marittime per finalità pubbliche (ripascimenti, opere di difesa della costa, etc.), l’istituzione della Cabina di regia per rendere operativo il Distretto turistico della costa”. Inoltre, ha rassicurato l’Aula in merito al fatto che “il passaggio del piano per l’arenile dal Poc al Rue non costituisce affatto una diminuzione delle tutela ambientali, così come il trasferimento sussidiario di competenze e funzioni dalla Regione ai Comuni non comporta alcuna perdita di controllo da parte dell’Ente, dato che mantiene saldo il governo e l’indirizzo e conferisce solo la gestione”.
Sono stati approvati i due emendamenti presentati da Tommaso Foti (Fdi-An); uno, di natura tecnica, “specifica le procedure di approvazione del piano dell’arenile quale parte integrante del Poc”. Approvato l’emendamento della Giunta “che consente la messa a disposizione delle somme occorrenti per dare continuità amministrativa nel passaggio delle funzioni, in particolare per quanto attiene la successione nei contratti”. Approvato anche l’emendamento a firma Bagnari (Pd) finalizzato “all’autorizzazione all’esercizio di impianti di acquacoltura in mare posti a una distanza superiore a un chilometro dalla costa”. Via libera anche a un emendamento della Lega nord “che affianca la commissione Bilancio, affari generali e istituzionali, alla commissione assembleare competente per quanto concerne il rilascio del parere obbligatorio sulle direttive vincolanti in materia di demanio marittimo che la Giunta dovrà approvare”. Approvato, infine, l’emendamento a firma Bertani (M5s), emendato, “che introduce la clausola valutativa, con cadenza triennale, sull’applicazione della legge regionale e sui risultati ottenuti”.
È stato approvato anche l’ordine del giorno Pd-Sel, primo firmatario Bagnari, in favore del settore dell’acquacoltura, che in regione conta oltre 1.700 imprese, finalizzato “a impegnare la Giunta a richiedere in sede di Conferenza Stato-Regioni una revisione complessiva e coordinata delle norme che regolano il settore, la cui disorganicità sta creando difficoltà in particolare agli operatori che svolgono attività in acque marine”.
(lg)