Il calendario venatorio regionale 2025-2026 definito dalla giunta ha ottenuto parere positivo dalla commissione Politiche economiche, presieduta da Luca Giovanni Quintavalla. Illustrato lo scorso aprile dall’assessore all’Agricoltura, caccia e pesca Alessio Mammi, il calendario manterrà le date di quello precedente (il periodo generale va da metà settembre 2025 a fine gennaio 2026) con l’introduzione di qualche novità come l’inserimento della tortora fra le specie cacciabili e l’aumento del carniere giornaliero per il colombaccio.
“Prioritaria resterà la selezione del cinghiale, cacciabile tutto l’anno dall’1° giugno al 31 maggio, per contenere la peste suina africana, i danni alle coltivazioni e il rischio di incidenti” ha spiegato l’assessore Mammi, ricordando che “il calendario ha recepito i pareri di Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale), del Comitato tecnico faunistico e del settore Parchi. “Il calendario venatorio – ha concluso l’assessore – ricalca quello dello scorso anno anche in base al pronunciamento del Consiglio di Stato e al parere del Tar che hanno respinto i motivi del ricorso promosso dalle associazioni ambientaliste che ne chiedevano un ridimensionamento”.
Sul documento il Partito democratico si è espresso positivamente per gli equilibri raggiunti e la tempistica rispettata per la presentazione, mentre Fratelli d’Italia ha presentato osservazioni e richieste derivanti dall’ascolto del mondo agricolo, della pesca e della caccia.
Marta Evangelisti (FdI) ha chiesto di “poter formalizzare alcune osservazioni, raccolte dall’ascolto di agricoltori e associazioni venatorie, che da prassi ci è stato permesso di depositare”. Richiesta che ha trovato l’apertura di Luca Sabattini (Partito democratico): “Pur avendo calendarizzato l’iter con tempo consono, vista la delicatezza del tema, per costruire un consenso largo è importante trovare un punto di incontro in vista anche del passaggio in giunta”. Inoltre, la capogruppo ha invitato la Regione a valutare l’inserimento dell’oca selvatica fra le specie cacciabili. Infine, ha richiesto che dal prossimo anno la presentazione del Calendario venatorio sia accompagnata da un’udienza conoscitiva aperta a tutti i soggetti interessati. “Il documento rappresenta un punto di equilibrio che da parte nostra vede tutelato il diritto alla pratica della caccia in modo regolato” ha concluso Marta Evangelisti.
Per Daniele Valbonesi (Pd) “è stato raggiunto un equilibrio ed è seguito un percorso lineare confermando il calendario dello scorso anno”.
Nicola Marcello (FdI) ha presentato una proposta di modifica al documento relativamente al “divieto di caccia alla fauna selvatica, da ottobre a dicembre: fissare il divieto a dopo le 16, anziché dopo le 14.30 come indicato nello schema di delibera di giunta”. Ha chiesto inoltre di “facilitare la registrazione dei capi abbattuti che attualmente deve avvenire in formato digitale”.
Fausto Gianella (FdI) ha chiesto di “parametrare il numero di capi cacciabili in proporzione al numero di cacciatori che hanno licenza” e di “permettere la caccia al germano reale, una specie che sta creando problemi agli allevamenti di vongole”.
Per Priamo Bocchi (FdI) “sarebbe opportuno un maggior coinvolgimento delle associazioni venatorie anche relativamente al tema della salvaguardia ambientale e e andrebbe spostata la chiusura della caccia al colombaccio al 31 gennaio anziché all’11 gennaio”.
(Lucia Paci)
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