Ambiente e territorio

Emilia-Romagna: in commissione Territorio il punto sulla ricostruzione a 13 anni dal sisma/video

La commissione Territorio e Ambiente fa il punto sull’attività a 13 anni di distanza dalle scosse che fecero tremare l’Emilia-Romagna

Da un lato la ricostruzione privata di abitazioni e imprese, che ha raggiunto ormai la quota del 95%, dall’altro la ricostruzione pubblica che procede meno velocemente e per la quale occorrerà ancora lavorare. Nel corso della Commissione Territorio, presieduta da Paolo Burani, si apre il dibattito tra la maggioranza di centrosinistra, che plaude ai risultati ottenuti sul fronte della ricostruzione a 13 anni dal sisma del 2012, e l’opposizione di centrodestra, che invece parla di numeri che non fotografano la realtà che è, invece, molto diversa.

Marta Evangelisti (FdI) prende atto del fatto che la ricostruzione non è al 100% “ma resta ancora qualcosa da fare”. “Una sottolineatura che teniamo a fare perché nella precedente legislatura era stato più volte detto che la ricostruzione era stata ultimata e oggi sappiamo che non è così. Come gruppo avevamo anche chiesto conto della struttura preposta alla ricostruzione. Oggi sappiamo che è ancora operativa, con una trentina di tecnici che potranno essere impiegati nella ricostruzione post alluvione”, afferma.

Sabattini Luca (Pd) ha espresso “l’enorme ringraziamento per il lavoro fatto in questi anni, in termini di coordinamento, raccordo tecnico e istituzionale”. “Credo che la ricostruzione post sisma 2012 sia uno degli esempi migliori di collaborazione istituzionale – afferma -. Dopo un evento così traumatico, la ricostruzione non si riduce solo alla richiesta delle risorse, ma occorre capire come definire e trasferire i contributi, come costruire un quadro normativo che non esisteva: certamente il supporto tecnico e la capacità di tutte le istituzioni di fare il bene del territorio sono stati fondamentali. Non bisogna dimenticare il sisma del 2012 perché ci sono territori che hanno ancora bisogno di essere accompagnati e seguiti per compiere appieno il processo di rivitalizzazione di quei luoghi”.

Critica invece è Annalisa Arletti (FdI). “I dati che leggo a mezzo stampa diffusi dalla Regione narrano di una ricostruzione ultimata. A noi i sindaci, gli amministratori, le aziende e i cittadini raccontano una storia diversa e non serve abbassare la testa sui report, basta alzarla girando i comuni della bassa per accorgercene”, dice.

il presidente Burani sottolinea come “il fatto che il 2025 sia l’ultimo anno in cui verrà decretato lo stato di emergenza dimostra come questa regione sia un modello di ricostruzione. E’ la dimostrazione di come questa comunità coesa e laboriosa ha saputo rialzarsi con dignità: la forza di questa regione sta proprio nella rete che queste comunità hanno saputo tessere”.

Per Paolo Calvano (PD) “tutto è sempre perfettibile e migliorabile ma ce ne fossero di ricostruzioni post sisma che vanno in questo modo”. “Ricordo che, all’epoca, in pochi mesi si ebbe la certezza delle risorse e dei processi per poter avviare la ricostruzione. E questo per la qualità delle istituzioni regionali e per la forza delle persone che vivono sul nostro territorio. Certo, c’è ancora il tema degli edifici storico-culturali, ma è un problema che attanaglia tutta l’Italia: si tratta di tipologie di intervento molto delicate con complessi iter di tutela”.

A fare il bilancio della ricostruzione post sisma 2012, il terremoto che 13 anni fa colpì duramente l’Emilia-Romagna, è stato l’assessore al Bilancio Davide Baruffi che ha ricordato come a oggi circa 1.200 interventi sono già conclusi, è in corso un nuovo bando per i centri storici e la struttura commissariale prevede l’imminente stanziamento di circa 10 milioni di euro per far fronte al caro materiali e rispondendo alle esigenze di liquidità dei cantieri in corso. Baruffi ha anche chiarito che il 2025 sarà l’ultimo anno in cui verrà decretato lo stato d’emergenza per l’Emilia-Romagna e la Lombardia, le due regioni colpite dal terremoto del 2012 (oltre al Veneto, già uscito dal cratere). I numeri della ricostruzione? Circa 20mila abitazioni ripristinate, 28mila persone rientrate nelle proprie case, 570 scuole ristrutturate o ricostruite senza che sia mai stata persa un’ora di lezione, oltre 6.800 piccole attività commerciali e artigiane rese di nuovo agibili, 3.359 aziende industriali e agricole ristrutturate e altre 2.155 imprese hanno messo in sicurezza i propri stabilimenti o spazi di produzione, quasi 10.000 interventi della ricostruzione di edifici privati a prevalente utilizzo abitativo grazie a circa 3,2 miliardi di euro di contributi pubblici.

(Brigida Miranda e Luca Molinari)

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