Governo locale e legalità

REGIONE. AUDIZIONE VASSALLO IN COMMISSIONE: “PARTIRE DA RIORGANIZZAZIONE INTERNA E RAZIONALIZZAZIONE PARTECIPATE”

Bignami (Fi): “La maggioranza vuole scardinare la struttura lasciata da Errani”. Caliandro (Pd): “Dal passato grande eredità, continuità nella qualità amministrativa ma con scelta organizzativa diversa”. Bertani (M5s): “Considerare telelavoro”. Boschini (Pd): “Semplificazione e sburocratizzazione”; Sabattini (Pd): “Importanti le valutazioni su effetto politiche per la comunità”

La commissione Bilancio, affari generali e istituzionali, presieduta da Massimiliano Pompignoli, si è riunita oggi per l’audizione di Salvatore Vassallo, docente del Dipartimento di Scienze politiche e sociali Università degli Studi di Bologna, sul libro bianco “I quattro pilastri di una nuova governance regionale”, oggetto della convenzione tra la Regione Emilia-Romagna e il Dipartimento dell’ateneo bolognese, contributo di analisi a disposizione della Giunta alle prese con la riorganizzazione dell’Ente.

“L’obiettivo di una nuova governance regionale”, ha spiegato Vassallo, “nasce dalla richiesta della Giunta di adeguare l’organizzazione dell’Ente al sistema istituzionale che si sta configurando in seguito alle recenti riforme costituzionali”. Quattro sono i pilastri su cui poggia “lo studio per un rinnovamento della governance: l’adattamento della struttura interna, il riordino di enti regionali e delle società partecipate, il riassetto del sistema degli enti locali e la semplificazione di procedimenti e norme di settore”. Sulla base delle priorità indicate dalla Giunta, ha sottolineato il docente, “il rinnovamento della governance partirà dalla riorganizzazione interna e dalla razionalizzazione delle partecipate”.

In merito alla struttura dell’Ente, lo studio ha fatto emergere “cinque criticità”. La prima riguarda “l’inamovibilità della dirigenza, per superare la quale occorrono ricambio e rotazione”. La seconda inerisce “la scarsa cultura della valutazione sia dei dirigenti sia dei risultati dell’amministrazione, per migliorare la quale si suggerisce l’introduzione di pochi e semplici indicatori facilmente comparabili”. La terza criticità è data “dalla gestione delle sedi, che, per ottenere risparmi e migliorare l’efficienza, richiede di accentrare le varie strutture periferiche nella sede unica del distretto fieristico e la contestuale razionalizzazione degli spazi con il passaggio da piccoli uffici ad ampi open space”. La quarta criticità è rappresentata “dalla dispersione su più Direzioni generali delle funzioni di indirizzo, coordinamento e controllo della ‘macchina’, vale a dire la funzione strategica dell’Ente, che richiede un potenziamento del Gabinetto della Presidenza”. La quinta criticità è riferita “alla digitalizzazione della Regione, da implementare e completare”.

In merito, infine, al riordino di enti regionali e società partecipate, lo studio “si è limitato a evidenziare criteri per la razionalizzazione e strumenti per l’analisi dell’efficienza, a partire dallo stato di salute finanziaria, lasciando ogni necessaria valutazione politica agli organi competenti (Giunta e Assemblea legislativa)”.

Galeazzo Bignami (Fi) è stato il primo a intervenire, presentando al professor Vassallo e al suo gruppo di lavoro 17 domande, che hanno toccato i diversi punti del Libro bianco. Dal consigliere sono venute prima richieste di chiarimento (“Perché si assume come negativo il criterio dell’età dei dirigenti?”; “Accanto al rischio di stratificazione delle prassi ponete anche dubbi sull’efficacia degli strumenti di rotazione: intendete alternanza di ruoli o proprio selezione di nuovo personale?”), poi dubbi (“Noto profonde differenze nel rapporto tra dirigenti e dipendenti a seconda del settore, perché secondo voi?”; “Sono stati rilevati momenti di autoconservazione della burocrazia?”) e considerazioni: “Non ho visto tra gli indicatori i follow-up dell’azione della burocrazia, un parametro che andrebbe considerato”; inoltre, “bisogna sempre stare attenti a non valutare le strutture con parametri che la stessa struttura si dà”. Secondo Bignami, infine, “nonostante l’onesta intellettuale e scientifica che ha ispirato il lavoro, politicamente sembra un modo per la maggioranza per scardinare la struttura lasciata da Errani”.

Giuseppe Boschini (Pd) si è concentrato prima sul metodo, chiedendo in che direzione evolverà il lavoro e quali saranno i prossimi passaggi concordati, e poi sul merito: in particolare su “semplificazione e sburocratizzazione, temi di cui in presentazione si parla in maniera ancora embrionale. Non sempre, per mia esperienza, la digitalizzazione sortisce i risultati attesi, anche a causa di alcune norme della burocrazia”.

Andrea Bertani (M5s), dopo aver espresso il suo “apprezzamento per l’approccio tecnico-scientifico della ricerca, neutro e neutrale”, ha sottolineato il fatto che “qualcuno si dà l’obiettivo e poi lo raggiunge, ovvio che tutti ci riescano, sarebbe bene invece considerare benchmark esterni come la soddisfazione degli utenti”. Per il consigliere, inoltre, “è interessante il passaggio sulla gestione degli spazi: è importante considerare anche il telelavoro, qua in Regione ancora solo sperimentale”.

Luca Sabbatini (Pd) ha prima di tutto ricordato che “ora la Regione è un po’ più ente gestore di quanto lo fosse in precedenza, con anche più articolazioni territoriali di prima”. Secondo il consigliere, “c’è grandissima difficoltà a tradurre gli obiettivi politici in effetti veri sulla comunità per quanto riguarda le valutazioni, ed è un tema che dovrebbe essere centrale in questa riorganizzazione”. Inoltre, è la sua considerazione, se “i direttori generali saranno più manager di gestione senza competenze tecniche specifiche, non si rischia di mettere in difficoltà il rapporto con la politica?”.

Infine, Stefano Caliandro (Pd) ha sottolineato come quello di Vassallo “sia un lavoro importante, che permetterà il miglioramento del funzionamento” della Regione. “Siamo di fronte al passaggio da una struttura a matrice a una struttura piramidale, una scelta organizzativa fatta dalla Giunta. Bisogna però tener presente che dal precedente tipo di organizzazione è scaturita una Regione che ci ha lasciato in eredità un modello di welfare e un comparto industriale d’eccellenza, che si sono appunto avvalsi negli anni della struttura regionale. Vedo dunque continuità nella qualità amministrativa fra i presidenti Errani e Bonaccini, pur in presenza di una scelta organizzativa diversa. Un lavoro- chiude Caliandro- che in questa legislatura intendiamo portare avanti con nuovo slancio, e lo dimostrano anche le cose fatte in questo primo anno”.

(lg, jf)

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