Parità, diritti e partecipazione

Lembi (Pd): “Rafforzare tutele per madri lavoratrici”

L’atto ispettivo, firmato anche da Paolo Calvano, Emma Petitti, Francesco Critelli, Maria Costi, Elena Carletti, Andrea Massari, Barbara Lori prende le mosse dal caso di una lavoratrice che risulta essere stata licenziata dopo aver comunicato di essere in gravidanza, a seguito di un percorso di procreazione medicalmente assistita

La giunta solleciti Governo e Parlamento affinché siano rafforzate le garanzie per le lavoratrici madri, valutando specifiche tutele anche nell’ambito delle proprie competenze.

E’ quando chiedono, con un’interrogazione rivolta alla giunta, i consiglieri e le consigliere del Partito democratico Simona Lembi (prima firmataria), Paolo Calvano, Emma Petitti, Francesco Critelli, Maria Costi, Elena Carletti, Andrea Massari, Barbara Lori. 

L’atto ispettivo prende le mosse da un caso riportato di recente dalla stampa locale: una lavoratrice di un’azienda nel bolognese risulta essere stata licenziata dopo aver comunicato di essere in gravidanza, a seguito di un percorso di procreazione medicalmente assistita. “Secondo quanto si è appreso – spiegano i firmatari -, attraverso una tempestiva azione sindacale, la lavoratrice risulta essere stata reintegrata a seguito di un primo licenziamento, e poi non effettivamente riammessa al servizio. Il 12 maggio l’azienda avrebbe disposto un secondo licenziamento dopo aver appreso dalla stessa lavoratrice di aver avuto un accesso al pronto soccorso e la necessità di cessare la gravidanza”. “Tali circostanze, se confermate, richiamerebbero una duplice violazione dei diritti della persona, in quanto riguardanti sia lo stato di gravidanza sia la condizione sanitaria della lavoratrice”, spiegano.

“Episodi come quello riportato – proseguono – solleverebbero interrogativi gravi sul piano
della parità sostanziale tra uomini e donne nel mondo del lavoro.  Il rischio che le aziende si sentano legittimate ad agire sulla base di valutazioni arbitrarie costituisce una grave deriva incompatibile con i principi costituzionali, con il rispetto della persona e con i diritti alla salute, alla riservatezza e alla maternità”.

Da qui l’interrogazione con la quale si chiede anche alla giunta di “promuovere un confronto con le parti sociali e con le autorità competenti per monitorare l’emergere di casi analoghi per predisporre strumenti efficaci di informazione, prevenzione e tutela”.

(Brigida Miranda)

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