Ambiente e territorio

RIFIUTI. DOPO LA LEGGE, ARRIVA IL PIANO REGIONALE DI GESTIONE: NUMERI E OBIETTIVI. VIA AL CONFRONTO IN COMMISSIONE

Arrivate 982 osservazioni. Il 4 febbraio udienza conoscitiva a cui saranno invitati quasi 600 soggetti interessati al Prgr. Oggi la illustrazione dei contenuti da parte dell’assessore Gazzolo e gli interventi dei consiglieri di maggioranza e di opposizione

Innanzitutto, il percorso: dopo la seduta odierna di due commissioni congiunte, la settimana prossima la commissione Territorio e Ambiente nominerà i relatori, di maggioranza e di minoranza, del Piano regionale gestione rifiuti (Prgr), adottato dalla Giunta lo scorso 8 gennaio. Giovedì 4 febbraio, dalle 10 alle 17 è prevista un’udienza conoscitiva, a cui saranno invitati quasi 600 soggetti interessati al Prgr (non è escluso che, per dare la parola a ognuno, siano convocate ulteriori udienze). Poi la commissione Territorio, in sede referente, valuterà ognuna delle 982 “osservazioni presentate” al Piano, gli emendamenti depositati dai Gruppi e il documento nel suo complesso. Infine, l’approvazione definitiva in Aula, presumibilmente ai primi di marzo. È stata la presidente della commissione, Manuela Rontini, a definire queste tappe, assicurando ai commissari che sarà garantito tutto il tempo necessario a esprimere un voto consapevole. Oggi, intanto, è stata decisa all’unanimità la diretta streaming di tutte le sedute che verranno convocate.

E sempre oggi, l’assessore alla Difesa del suolo e della costa, protezione civile e politiche ambientali e della montagna, Paola Gazzolo, e i funzionari dell’assessorato hanno dettagliatamente rappresentato alle commissioni Territorio e ‘Bilancio, Affari generali e istituzionali’, quest’ultima presieduta da Massimiliano Pompignoli, i principi ispiratori e le principali scelte contenute in questo atto di pianificazione, sottolineando le novità scaturite in seguito all’approvazione della nuova Legge regionale sui rifiuti (16/2015).

Gazzolo ha ricordato che una prima proposta di Piano era stata adottata dalla Giunta nella precedente legislatura, il 3 febbraio 2014. Come previsto dalla normativa in materia, si era aperta la fase di consultazione pubblica: questa procedura ha portato a raccogliere 982 osservazioni formulate da 103 soggetti diversi. L’interruzione anticipata della legislatura ha sospeso l’iter di approvazione del Piano, e la nuova Giunta, con il consenso della maggioranza dell’Assemblea legislativa, ha valutato necessario approvare una nuova legge regionale, quella sintetizzabile nel concetto di “economi circolare”, a cui il nuovo Prgr fosse pienamente coerente.

Vengono confermate le scelte di far coincidere l’ambito territoriale ottimale con il territorio regionale, e l’autosufficienza nello smaltimento dei rifiuti a livello regionale. Dalla L.r. 16/2015 sono stati ricavati nuovi obiettivi, più elevati dei precedenti, da raggiungere entro il 2020. Viene alzata dal 20 al 25% la riduzione della produzione pro capite di rifiuti urbani, dal 70 al 73% la quota di raccolta differenziata, dal 65 al 70% il riciclaggio di materia. E si scommette sugli effetti incentivanti di un’altra novità della L.r. 16/2015, la cosiddetta “tariffazione puntuale”, che consiste nel commisurare il pagamento all’effettiva quantità di rifiuti conferiti da ciascuna utenza: “paghi quanto butti”, in estrema sintesi.

Gazzolo ha poi messo a fuoco una fotografia della situazione attuale. Nel 2014, i rifiuti urbani prodotti in Emilia-Romagna sono stati 2.929.953 tonnellate, pari a 657 chilogrammi per abitante. Nonostante la crisi economica, c’è stata una crescita dell’1,1% rispetto al 2013. Quanto alle principali forme di smaltimento, nel 2014 la raccolta differenziata è cresciuta del 2%, raggiungendo il 58,2% del totale dei rifiuti urbani, l’11,1% è finito in discarica, il 25,8% incenerito con recupero di energia. Come in ogni media, si assiste a consistenti scarti territoriali: il valore più alto è a Parma (69,1% di raccolta differenziata), il più basso a Bologna (51%). Analizzando il “tasso di riciclaggio”, che raggiunge la media del 51% dei rifiuti da raccolta differenziata, si scopre che il legno sta all’89%, i metalli al 64, il vetro al 75, la plastica al 19, la carta al 56, la frazione umida al 44%.

I dati relativi ai rifiuti speciali, che non sono oggetto di questo atto di pianificazione, trattandosi di una materia soggetta a legge nazionale e regolata da criteri di libero mercato, sono aggiornati solo al 31 dicembre 2013. Risulta che in Emilia-Romagna si producano 8.129.070 tonnellate (1825 kg/ab.), con un recupero di materia del 66%, di energia del 5%, smaltimento in discarica 10%, incenerimento 2%, e altre forme di smaltimento al 17%.

Da questa fotografia dell’esistente, assessore e funzionari hanno fatto discendere le linee di tendenza del Prgr. Innanzitutto, si agirà sulla prevenzione, vale a dire la riduzione della produzione di rifiuti, ponendo attenzione all’intero ciclo di vita dei prodotti (produzione, distribuzione, consumo, utilizzo, fine vita), con l’obiettivo, al 2020, di ridurre dal 15 al 20% la quantità complessiva di rifiuti urbani da trattare. In altri termini, un segno meno di 100-135 chilogrammi per abitante. Poi, si scommette sulla tariffazione puntuale e sul miglioramento dei sistemi di raccolta. La Giunta ha deciso di finanziare un fondo a sostegno dei Comuni virtuosi, e quindi a vantaggio dei loro cittadini. Per assegnare queste risorse, il criterio essenziale sarà la riduzione dei rifiuti non inviati a riciclaggio.

Nel dare obiettivi puntuali di crescita della raccolta differenziata, il Prgr individua tre aree omogenee: la Montagna (131 comuni) dovrà raggiungere il 65%, la Pianura (186 comuni) il 79%, e l’area che contiene i capoluoghi e la costa (quella più segnata dai flussi per lavoro, studio e turismo) il 70%. Va detto che già oggi ci sono 30 Comuni emiliano-romagnoli che hanno raggiunto l’obiettivo al 2020. Ma ce ne sono più di 50 chiamati a uno sforzo notevole, dovendo crescere di oltre il 30% nei prossimi quattro anni.

Dopo aver definito questo Piano “dinamico, correggibile e soggetto a monitoraggi annuali”, Gazzolo ha evidenziato che “al miglioramento quantitativo dovrà corrispondere un miglioramento della qualità dei prodotti ottenuti tramite raccolta differenziata. Si procederà alla promozione del mercato dei prodotti riciclati per la Pubblica amministrazione e all’incremento della frazione organica per produrre compost di qualità”. Decisivo sarà anche lo sviluppo delle “filiere del recupero”: accordi sono già stati sottoscritti dalla Giunta nel campo della plastica, della grande distribuzione organizzata, per “le manifestazioni sportive sostenibili”, per il recupero delle apparecchiature elettriche ed elettroniche (Raee); altri accordi sono in fase di definizione nel settore delle costruzioni e demolizioni, per il recupero del vetro, per il riciclo dei pannolini usati.

Infine, il Prgr pianifica una significativa riduzione degli impianti di smaltimento. Al 2020, si prevede siano attive solo 3 discariche sul territorio regionale (Carpi, Imola, Ravenna) e che cessi il conferimento di rifiuti urbani a 2 degli attuali 8 impianti di termovalorizzazione: quello di Ravenna dovrebbe chiudere entro il 31 dicembre 2018, quello di Piacenza entro il 31 dicembre 2020.

Quanto alle 982 osservazioni presentate, la maggior parte attiene all’impiantistica e ai sistemi di raccolta differenziata; molte hanno riguardato i criteri per la tariffazione puntuale, i criteri localizzativi e le aree inidonee, i meccanismi di compensazione per i Comuni sede di impianti di smaltimento. La Giunta le ha così classificate: non pertinenti, pertinenti, respinte, accolte (in tutto o in parte).

Per il Gruppo della Lega Nord, Daniele Marchetti e Stefano Bargi hanno chiesto ragioni del ritardo con cui si dispone dei dati aggiornati sui rifiuti speciali, dell’impatto sul Prgr del progetto di ampliamento della discarica di Imola, e se si siano fatte simulazioni attendibili sugli effetti della tariffazione puntuale sulle bollette domestiche.

Per Tommaso Foti (Fdi-An), “deve essere l’Assemblea a decidere sulle osservazioni presentate, e occorre innanzitutto capire quali siano state accolte e con quali motivazioni, e quali siano i più significativi cambiamenti dell’impiantistica rispetto al piano adottato, e non approvato, nel febbraio 2014”.

Per il Gruppo del Pd, Lia Montalti e Valentina Ravaioli hanno rivendicato “la giustezza della scelta di procedere prima al voto della nuova legge regionale e poi all’esame dello strumento operativo di pianificazione”, chiedendo di “approfondire i criteri che hanno determinato la quantificazione degli impianti ancora attivi nel 2020”.

Igor Taruffi (Sel) ha definito questo Piano “uno degli atti più rilevanti dell’intera legislatura”, chiedendo che “non siano compressi i tempi di discussione, anche alla luce dell’ampia documentazione fornita ai commissari (le 982 osservazioni, le motivazioni della Giunta, gli atti conseguenti), particolarmente gravosa per i Gruppi più piccoli”.

Per il M5s, Silvia Piccinini e Andrea Bertani hanno chiesto ragione “dell’assenza dell’annunciato Piano di bonifica ambientale dei luoghi sede di impianti di smaltimento”, chiedendo alla Giunta di “quantificare quanta plastica oggi sia oggetto di recupero di materia e quanta di recupero di energia”; e a proposito dei rifiuti speciali, “cosa si intenda per autosufficienza regionale: se, cioè, accertata l’autosufficienza al 2020 si dirà no a qualunque richiesta di nuovo impianto che venisse avanzata”.

(rg)

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