Ha sede a Reggio Emilia, in una ex fonderia, oggi considerata riferimento internazionale per la danza contemporanea: parliamo della fondazione nazionale della danza Aterballetto. Progetto che vede la partecipazione anche della Regione Emilia-Romagna (tra i soci fondatori con il Comune di Reggio).
A Reggio Emilia, negli spazi delle ex Reggiane, si è riunita in mattinata la commissione assembleare per la Parità e per i diritti delle persone e cultura, presieduta da Elena Carletti.
La fondazione, collegata al primo progetto della storica compagnia Aterballetto fondata nel 1977 (la principale compagnia di danza in Italia), è oggi composta da sedici danzatori impegnati per l’intera stagione, che lavorano principalmente a nuove produzioni di coreografi di fama internazionale (Johan Inger, Angelin Preljocaj, Marcos Morau, Philippe Kratz, Francesca Lattuada, Iratxe Ansa e Igor Bacovich, Eyal Dadon, Diego Tortelli e Rachid Ouramdane) e alla riproposizione di un selezionato repertorio d’autore (Jiri Kylian, Ohad Naharin, William Forsythe, Hofesh Shechter e Crystal Pite). Il progetto è stato riconosciuto nel 2022 dal ministero della Cultura come unico centro coreografico nazionale.
Aterballetto, evidenziano il presidente Azio Sezzi e il direttore artistico Gigi Cristoforetti, “grazie al riconoscimento ministeriale è diventato dal 2022 uno dei quattro enti di riferimento nazionali per le discipline dello spettacolo, assieme ai teatri la Scala e il Piccolo a Milano per la lirica e a Santa Cecilia a Roma per la musica sinfonica”. Un riconoscimento, sottolineano Sezzi e Cristoforetti, “che si traduce in un rinnovato impegno ad espandere internazionalmente il nostro progetto, valorizzando, in questo modo, anche il lavoro che da sempre la Regione Emilia-Romagna dedica alla cultura”. Concludono sull’organico: “Abbiamo una quarantina di addetti, sedici artisti di cui la metà stranieri, il fatturato del 2024 è arrivato a 4,5 milioni di euro (nel 2016 erano 2,8 milioni) a dimostrazione dell’importante crescita delle nostre attività”.
Nel 2015 la fondazione assume il profilo di centro di produzione della danza, aprendosi a spettacoli di compagnie italiane e straniere.
“Il riconoscimento ministeriale – rimarca la presidente Carletti – conferma il livello qualitativo di questa fondazione, punto di riferimento culturale nazionale. La danza è una disciplina in continua espansione, in Italia si contano 17mila scuole coreutiche con un milione e mezzo di aspiranti ballerini”. La presidente prosegue sull’impegno dell’Assemblea legislativa: “Solo un mese mezzo fa è stata approvato in Assemblea, nella giornata nazionale della danza, una risoluzione rivolta a valorizzare ancora di più il ruolo delle arti coreutiche, di cui Aterballetto è l’attore più importante”. Conclude sulla legislazione in materia: “Serve un cambio di passo, un riconoscimento normativo nazionale su questa disciplina, a partire dal codice dello spettacolo”. Carletti ricorda anche “l’importanza del lavoro della fondazione dedicato alle fragilità”.
Aterballetto, infatti, si propone di stimolare la diffusione della cultura collegata alla danza, in Italia e all’estero, con una continua attività di ricerca e sviluppo, con il coinvolgimento di numerosi partner, anche nell’ambito delle fragilità sociali (sono stati creati, ad esempio, spettacoli con interpreti disabili).
Per l’assessora regionale alla Cultura, Gessica Allegni, “Aterballetto rappresenta una realtà culturale eccezionale, continua il nostro impegno per sostenere la cultura in regione, investire in questi progetti è per noi strategico”. Prosegue sugli spazi delle ex Reggiane: “Il luogo in cui ci troviamo oggi ha un portato storico, qui il 28 luglio 1943 vennero uccisi nove operai e operaie delle officine Reggiane in sciopero”. Conclude sul tema finanziamenti: “C’è l’impegno della Regione Emilia-Romagna a fare ancora di più, vogliamo anche semplificare la legislazione regionale sulla materia”.
L’assessore alla Cultura del Comune di Reggio Emilia, Marco Mietto, parla dell’importanza d’avere recuperato, di avere restituito alla città, un luogo, quello delle ex Reggiane, per anni inutilizzato”. Aggiunge: “Un progetto che parte da lontano, assieme a Visconti, Levi e Gattuso nel 1950, mettiamo al centro la cultura, Aterballetto rappresenta un tassello importante di questo progetto”. L’assessore cita poi Francesco De Gregori: “’Un intellettuale si vede dal coraggio dall’altruismo e dalla fantasia’, una traccia importante per chi fa cultura”.
Interviene poi l’amministratore delegato di Stu Reggiane (società partecipata anche dal Comune di Reggio Emilia che si occupa della riqualificazione dell’area delle ex officine meccaniche Reggiane), Luca Torri: “Questo è un luogo iconico, di rinascita, ha sovrapposto la sua storia a quella della città di Reggio Emilia, per anni abbandonato è oggi un centro di riferimento culturale e scientifico che guarda al futuro”. Conclude: “Il progetto nasce per dare nuova vita e nuova ragione a questo luogo, un contenitore per stimolare il pensiero”.
Al termine dell’incontro la delegazione regionale ha assistito a estratti dello spettacolo prodotto da Aterballetto “Santa”. Santa prende vita in uno dei luoghi più evocativi di Reggio Emilia, il quartiere Santa Croce: un progetto che intreccia arte contemporanea, danza e narrazione, anche un’esperienza sensoriale.
(Cristian Casali)



